“Draghi è uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione, la considero una buona notizia”. Con questa frase la premier Giorgia Meloni, intervenendo a Cinque Minuti su Rai1, ha liquidato la decisione di Ursula Von der Leyen di affidare all’ex presidente della Bce un report sulla competitività. Una “buona notizia” per la leader di Fratelli d’Italia, ma sul punto non è andata oltre: “Tutto viene visto come un certo racconto, ma non la considero una iniziativa contro di noi“. E “l’occhio di riguardo” che Meloni si aspetta da Draghi, è lo stesso che contesta al commissario Paolo Gentiloni di non avere: “Io sono una persona abituata a dire quello che pensa”, ha detto continuando una guerra iniziata giorni fa, “ho trovato facesse molte interviste nell’ultimo anno per redarguire e dire la sua sull’operato del governo, ecco, non so se accade nelle altre nazioni. I commissari non è che fanno il lavoro del loro governo però un occhio ogni tanto…ho visto un approccio più critico che non collaborativo, ma non vuol dire che io voglia litigare o discutere con Paolo Gentiloni“.
L’intervista di Meloni è stata registrata mentre a Lampedusa la situazione è sempre più tesa, con l’arrivo di più di 7mila migranti in 48 ore. Una situazione sulla quale la presidente del Consiglio non si era ancora espressa. E per il momento si è limitata a parlare delle chiusure di Francia e Germania sull’accoglienza: “Se me l’aspettavo? In parte sì perché noi abbiamo qualche tempo fa comunicato ai nostri partner che non potevamo più riaccogliere automaticamente i cosiddetti ‘dublinanti’, perché i nostri hotspot sono pieni e se la Ue non ci dava una mano a difendere i confini esterni”. E ancora: “La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete”. Proprio all’Europa Meloni si è rivolta anche parlando della questione Ita Lufthansa. “Scontro con l’Europa? Mi diverte sempre questo racconto. Siamo in Ue ma a testa alta anche per difendere i nostri interessi nazionali. Il governo trova una soluzione dopo anni, poi mi aspetto che ci venga detto ‘bravi’ e non si perda tempo, lo penso e l’ho detto. Quando troviamo soluzioni uno chiede che anche l’Ue ci dia una mano”.
La presidente del Consiglio è poi andata all’attacco di due delle misure cuore dei governi Conte: Superbonus e reddito di cittadinanza. “I bonus edilizi messi in capo da Conte sono costati ad oggi circa 140 miliardi“, ha detto, “mediamente una legge di bilancio che è la legge più importante di tutti e si fa sulla sanità il lavoro le famiglie il pubblico impiego vale 20, 30, 35 miliardi, questo per capire l’ordine, da 4 a 6 leggi finanziarie, qualcosa deve non aver funzionato”. Sullo stop al reddito di cittadinanza, la premier ha ribadito che rivendica quanto deciso dal governo. E anzi ha rilanciato sostenendo che a gestire i soldi del reddito di cittadinanza sarebbe la criminalità organizzata: “Se fosse vero che c’è qualcuno che gestisce i soldi del reddito di cittadinanza, cioè la camorra, su questa cosa bisogna andare fino in fondo”, ha sostenuto. “A Caivano avete intervistato la mamma di una delle ragazze violentate, e questa signora dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinza, il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so. Ecco, il non lo so è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa. Spero che la magistratura vada fino in fondo”. In generale, ha chiuso: “Rivendico con orgoglio quanto fatto col reddito di cittadinanza, penso che la misura” di toglierlo “sia complessivamente giusta, penso che lo dimostri che da quando abbiamo annunciato che avremmo tolto il reddito a quando è accaduto, la platea era diminuita, questo significa che le persone hanno cercato il posto di lavoro”.
Meloni ha quindi rivendicato la tassa sugli extraprofitti delle banche. “Rivendico il provvedimento, non c’è alcun intento punitivo, c’è l’idea di uno Stato che interviene e anche quando vuol essere considerato più impattante”. Ma ha anche aperto a modifiche: “Se ci sono correttivi da fare si possono fare ma non intendo fare marcia indietro. Modifiche si possono fare a parità di gettito” che è “qualcosa di meno” di tre miliardi.
E intanto ha annunciato che, sulla riforma costituzionale per il premierato “siamo praticamente pronti” e “penso che nelle prossime settimane la presenteremo ufficialmente”. “Gli italiani ci hanno chiesto di farla, dare stabilità e diritto di scegliere da chi farsi governare, abbiamo messo nero su bianco questi due obiettivi poi vedremo il dibattito con il Parlamento sperando che ci possano essere convergenze e nella norma abbiamo tenuto conto delle indicazioni degli altri. Se non ci saranno i due terzi in Parlamento saranno gli italiani” a esprimersi con il referendum.