Due righe per andare all’assalto del decreto sugli extraprofitti delle banche e favorire, tra gli altri, anche Mediolanum, istituto posseduto al 30% dalla Fininvest della famiglia Berlusconi. Come anticipato dal Fatto sabato scorso, tra gli emendamenti che Forza Italia depositerà giovedì nelle commissioni Industria e Ambiente del Senato ce n’è anche uno che ridurrebbe il prelievo per la banca cara ai Berlusconi da 75 a 18 milioni, uno sconto del 75%.
L’emendamento che è stato studiato dagli azzurri nelle ultime settimane insieme alla proposta di rendere la tassa “una tantum”, deducibile e non applicabile alle piccole banche - prevede che venga alzato il tetto del prelievo dallo 0,1 dell’attivo bancario del singolo istituto allo 0,15% delle “attività ponderate per il rischio” (le Rwa). In questo modo si alza il tetto, ma si restringe la base di calcolo. La proposta è firmata dai due rappresentanti di Forza Italia Francesco Silvestro e Adriano Paroli.
Mediolanum sarebbe tra le principali beneficiarie dello sconto: secondo gli analisti di Mediobanca, che hanno fatto i calcoli in base alle ultime indiscrezioni, di fronte a una riduzione del prelievo del 50% delle banche, l’istituto caro alla famiglia Berlusconi si vedrebbe ridurre l’imposta del 75%. Il vicepremier Antonio Tajani ha sempre negato richieste della famiglia Berlusconi ma non è un mistero che Marina e Pier Silvio si siano molto arrabbiati dopo il decreto dell’8 agosto.
Non è chiaro, però, se la norma passerà: se dovesse essere approvata, il gettito finale potrebbe dimezzarsi tra il miliardo e il miliardo e mezzo. E la premier Giorgia Meloni mercoledì sera a Porta a Porta ha spiegato di essere d’accordo con modifiche al decreto ma a parità di gettito. Il vicepremier Antonio Tajani ha esultato per la dichiarazione della premier: “Apprezzo le parole di Giorgia Meloni disponibile a correggere il testo del decreto sugli extra profitti per meglio tutelare risparmi e sistema economico nazionale. Pronti a dare il nostro contributo”. Dalla prossima settimana inizierà la battaglia parlamentare e nel governo.