Cronaca

Covid, intervista a Rizzi (primario a Bergamo): “Aumento di casi? A fine estate è già successo. Mascherine e vaccino per fragili e molto anziani”

Il “rimbalzo” c’è ed era atteso. Come avvenuto negli ultimi tre anni della pandemia. La fine della vacanze, con la maggiore circolazione delle persone e di Sar Cov 2, ha sempre portato a un aumento dei casi di Covid. Ma al momento, in assenza di una variante che cambi il quadro, non c’è nessun allarme. Nell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che è stato un fronte aperto e tragico nei primi mesi della pandemia, “non ci sono ricoverati né in terapia intensiva, né sub intensiva per Covid 19”. Marco Rizzi, primario del reparto di Infettivologia, “è cautamente ottimista” anche rispetto ai prossimi mesi e al FattoQuotidiano.it spiega che dalla riunioni dei giorni scorsi anche nel resto della Lombardia non sono emerse criticità. Intanto la variante Eris, la EG.5, è diventata prevalente in Italia e rappresenta il 41,9% dei campioni come emerge dalla flash survey coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e “a oggi non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ai lignaggi co-circolanti”. Le misure prese – in Lombardia una circolare nei giorni scorsi ha imposto i tamponi in entrata negli ospedali e venerdì il ministero ha emesso un’ordinanza – sembrano sufficienti. Per evitare un autunno difficile “negli ambienti affollati portare la mascherina è una buona cosa soprattutto per chi è più fragile, per i grandi anziani, per chi ha patologie o è immunodepresso”. Importante vaccinarsi, anche contro l’influenza, per gli over 65. “Cerchiamo di proteggere le persone più delicate. Chi vive con persone fragili o grandi anziani deve prendere tutte le cautele possibili”. L’abitudine di lavarsi spesso le mani o usare la soluzione alcolica “vale” anche per tutti gli altri virus.

Professore com’è la situazione attualmente. Non si stanno riaprendo i reparti Covid.
C’è un riscontro incidentale di positività, ma in verità quello che sta accadendo è quello che è già accaduto in precedenza a fine estate nei tre anni scorsi. C’è una ripresa dei casi al ritorno delle vacanze e poi un aumento più consistente nel tardo autunno-inverno. Ci aspettiamo che in qualche misura sia ancora così. Per ora c’è un aumento, vediamo se transitorio o un rimbalzo con la stagione dei virus influenzali. Non ci sono novità sostanziali per la varianti circolanti. Sono nuove ma non appaiono critiche per virulenza e trasmissibilità. A guardare i dati dell’ultima settimana di agosto ovviamente il rimbalzo sulla seconda metà di agosto c’è. Al momento però non si stanno riaprendo reparti Covid, anche se questo dipende dall’organizzazione da ospedale a ospedale.

Rimbalzo che non c’è sui posti letto in terapia intensiva
Per ora con le dovute differenze tra provincia e provincia, regione e regione e in anche ambito europeo, non si sta vedendo molto. I numeri italiani ci mostrano un dato sull’occupazione dei reparti medici che è mediamente del 2-3%, non sono grandi numeri. Chi ha bisogno di essere trattato per il Covid va nel reparto di Malattie infettive, le altre persone che entrano in ospedale per altro e hanno tampone positivo vanno nei reparti dove devono essere curati e debitamente isolati, ma come se si trattasse di varicella o influenza.

Ma questo non complica l’organizzazione?
Ovviamente. La settimana scorsa Regione Lombardia ha riproposto una policy restrittiva perché siano eseguiti tamponi per chi entra nei reparti dove ci sono i fragili: oncologici, ematologici, trapiantati, grandi anziani. Se si fanno più tamponi si sono trovano le positività: quindi i pazienti vanno in camera singola o doppia se entrambi positivi. Complica i percorsi, dobbiamo avere più attenzione, spazi e risorse per gestire ma va bene se i numeri sono questi. Non c’è un impatto devastante, in sostanza non cambia dell’attività in ospedale.

Ha pazienti con polmoniti?
In questo momento non abbiamo pazienti con malattia significativa, abbiamo avuto qualche sporadica polmonite. Quadri molto sfumati, non certo le polmoniti da Covid che abbiamo conosciuto in passato.

Le varianti in circolazione quindi non stanno facendo danni
In realtà ripeto non abbiamo persone intensiva o sub intensiva. Non ho sentito né letto nelle varie newsletter che ci siano ospedali in difficoltà. La previsione, da qui a fine anno, è molto difficile da fare, ma resto cautamente ottimista. A meno che arrivi una variante nuova, ma al momento anche in questo senso non ci sono segnali. Abbiamo anche una popolazione in gran parte immunizzata naturalmente o con vaccinazione e adesso ci prepariamo alla campagna vaccinale che aiuterà. Se il virus non cambia non mi aspetto l’onda.

Professore, il ministero ha emesso una circolare perché sia eseguito il tampone per chi entra in ospedale. Secondo lei c’è bisogno di ulteriori misure?
È stata ripresa in termini più generici la circolare che è stata emessa 10 giorni fa a livello regionale qui in Lombardia. Al momento credo che non ci sia bisogno di ulteriori misure. Nel senso che quello che stiamo vedendo ora sono alcuni casi in più di persone positive, casi gravi non ne vediamo.

Quindi per continuare così ed evitare un autunno difficile cosa fare?
I casi ora aumenteranno, poi scenderanno e successivamente risaliranno a novembre e dicembre. Ovviamente negli ambienti affollati portare la mascherina è una buona cosa soprattutto per chi è più fragile, per i grandi anziani, per chi ha patologie o è immunodepresso. Stare al chiuso senza ricambio d’aria qualche rischio comporta sempre: se non sarà Covid, sarà influenza o virus respiratorio sinciziale. L’igiene delle mani è una buona abitudine che non dobbiamo perdere: mantenere le mani pulite, usare la soluzione alcolica e lavarci frequentemente è sempre importante.

A proposito mascherine in questi giorni sta riprendendo la scuola. Alcuni scienziati dicono no mascherine ai ragazzi, sì ai nonni. Le cosa ne pensa?
Adesso bloccare la circolazione dei virus respiratori con la mascherina ai ragazzi in classe non è sostenibile e cambierebbe poco. Cerchiamo di proteggere le persone più delicate. Chi vive con persone fragili o grandi anziani deve prendere tutte le cautele.

La campagna vaccinale negli anni precedenti è stata fondamentale. Cosa ci aspetta quest’anno?
Partirà la campagna antinfluenzale a breve. Regione Lombardia farà un vax day 30 settembre e poi da lunedì 9 ottobre si inizierà con i grandi numeri, quando avranno a disposizione il vaccino i medici, i pediatri e le farmacie. Per Sars Cov 2 non siamo ancora certi delle indicazioni operative e dei quantitativi: sicuramente dovranno farlo le persone anziane e quelle con comorbidità a meno che abbiano fatto malattia negli ultimi tre o quattro mesi mesi. Per l’influenza dai 60 in poi, per il Covid sicuramente per gli over 80 e per gli over 65 dire che vale la pena di farlo.