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È “guerra dei quadri” tra gli eredi di Giovanni Agnelli: il giallo delle opere sparite dal caveau svizzero e la sentenza del Tar

Da una parte i nipoti John Elkann, Lapo e Ginevra; dall’altro mamma, e figlia di Giovanni, Margherita

di Davide Turrini

È “guerra dei quadri” tra gli eredi di Giovanni Agnelli. Da una parte i nipoti John Elkann, Lapo e Ginevra; dall’altro mamma, e figlia di Giovanni, Margherita. La nuova tappa sull’eredità contesa riguarda il pronunciamento del Tar che dà ragione ai nipoti dell’ “Avvocato”. John, Lapo e Ginevra si erano rivolti al Tar per negare l’accesso pubblico al registro nazionale delle opere d’arte del ministero della Cultura. In quel registro sarebbe presente la lista dei preziosi dipinti collezionati da nonno. Ebbene, il Tar ha dato ragione ai tre rampolli.

Ricapitolando. Tempo addietro Margherita aveva denunciato il furto di una serie di quadri di inestimabile valore da un caveau svizzero. Margherita aveva spiegato che sarebbero improvvisamente mancati all’appello un Monet (Glacons, effet blanc), un Bacon (Study for a Pope III e IV), due Picasso (Torse de femme e Series of Minitaur 4 engravings signed), un De Chirico (Mistery and Melancholy of a Street), un Balthus (Nudo di profilo) e di un Balla (The Stairway of Farewells). Successivamente le indagini degli inquirenti hanno però messo in dubbio che i preziosi dipinti sarebbero stati depositati nel passato in quel caveau svizzero. Un intrigo non da poco a cui si aggiunge ora la decisione del Tar.

Già, perché le “opere notificate” della collezione d’arte di Gianni Agnelli sono registrate in un elenco solitamente pubblico depositato al Ministero della Cultura. Elenco che un giornalista di Report avrebbe voluto visionare su richiesta al Ministero della Cultura. Ma è qui che John, Lapo e Ginevra si sarebbero opposti presentando un esposto contro l’accesso agli atti che il ministero della Cultura ha concesso al giornalista. Sospensione ora confermata dal Tar del Lazio.

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