Con i tassi di interesse ai massimi di sempre e l’inflazione che si mangia il potere d’acquisto dei soldi lasciati sul conto, alcune banche – per ora casi isolati – hanno iniziato a rompere il muro della remunerazione zero ai clienti. La prima è stata Ibl Banca, che da giugno offre in promozione un conto corrente che – ma solo per un anno – non ha costi e paga interessi lordi del 3,30% per importi fino a 50mila euro, 3% per la successiva liquidità fino a 150mila euro e 2,50% per chi tiene sul c/c ancora più soldi. A luglio è arrivata anche Banca Progetto, con un tasso promozionale del 2,50% fino al 31 marzo 2024 e 2% fino al 31 dicembre 2024.
Ma l’offerta lanciata dalla spagnola Bbva la scorsa settimana è più allettante e senza scadenza: l’istituto spagnolo – colpito, si noti, dalla tassa sugli extraprofitti bancari introdotta dalla Spagna nel luglio 2022 – ha annunciato il raddoppio del tasso attivo sul suo conto corrente a zero spese, per il quale la remunerazione passa dal 2 al 4% lordo senza condizioni. E la novità, a differenza degli altri esempi, vale anche per i vecchi clienti.
Si tratta, va sottolineato, di condizioni meno interessanti rispetto a quelle offerte dai conti deposito, soprattutto se vincolati, che arrivano a rendere al momento fino al 5%. Meno del tasso di inflazione, in ogni caso. Ma l’importante è rendersi conto che le alternative a conti correnti che prevedono costi per il prelievo di denaro e l’invio di documentazione e non pagano nulla al titolare ci sono. Anche senza necessità di un intervento pubblico come quello auspicato dal presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli, che auspica una remunerazione minima imposta per legge. L’aumento degli interessi pagati ai depositanti, del resto, potrebbe paradossalmente essere anche una strada per ridurre il balzello sugli extramargini imposto dal governo italiano agli istituti: in quel modo infatti si riduce il margine di interesse su cui incide la tassa.