Il sindaco Manfredi: "In qualità di presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, prendo atto dell'ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli in via cautelare in merito al ricorso presentato da Stéphane Lissner: i provvedimenti giudiziari si rispettano"
Doveva essere La Prima della Prima. Una Madame Butterfly rivisitata da Ferzan Ozpetek, una mise en scene all’altezza del melodramma di Puccini tra i più amati e popolari della storia della musica. Ma sopratutto era la Prima del nuovo Sovrintendente Carlo Fuortes.
Comincia con un commosso minuto di silenzio per Gianbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso con empietà da un balordo sedicenne in un pub di Piazza Municipio. Tanta magnifica gente nel parterre per una Prima cosi’ attesa: figure istituzionali come il Presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo, il fiore dell’imprenditoria made in sud con Generoso di Meo, Gianfranco D’Amato, Giusi Ferrazzani, lo stilista delle dame, molte di loro in lungo, Alessio Visone, la gallerista Number One, Laura Trisorio, il melomanie storico Mino Cuciniello. E l’accademico Mario Rusciano commentava ironico: “Momento storico delicato, il Massimo napoletano in questo momento è un’entità acefala, senza testa. Sovranità al popolo”.
Occorre una cronistoria degli ultimi eventi: il tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di Stéphane Lissner, ex sovrintendente, e ha ordinato la sua reintegrazione. Lissner, un manager francese di 70 anni, era stato sospeso dall’incarico lo scorso giugno in seguito all’approvazione di un decreto-legge con cui il governo di Giorgia Meloni aveva fissato proprio a 70 anni il limite d’età per titolari stranieri di incarichi gestionali nelle “fondazioni lirico-sinfoniche”.
La realtà supera la fantasia e fa sorridere una Madame Bufferfly, bellezza dagli occhi a mandorla in erba, che si lascia sedurre dall’ufficiale americano Pinkerton e duettando con il tenore ammica: “Ho quindici anni, sono forse troppo vecchia?”. E siamo solo nel Giappone anni’ 50. Oggi a 70 anni nessuno si sente vecchio, sopratutto Lissner che è appena diventato padre.
La norma aveva lo scopo principale di far decadere Lissner prima della scadenza del suo contratto, nel 2025, e permettere al governo di sostituirlo con l’ex amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, come infatti successo a partire dal 1° settembre. Lissner aveva definito il suo licenziamento come atto “illegittimo” e “ad personam”. Il sindaco Manfredi informa tramite comunicato che “in qualità di presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, prendo atto dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli in via cautelare in merito al ricorso presentato da Stéphane Lissner: i provvedimenti giudiziari si rispettano”.
Comunque alla Prima Fuortes, con gentleman touch, ha fatto un passo indietro e non c’era. A fare gli onori di platea il direttore Generale Emmanuela Spedaliere e il regista Ozpetek che tesse elogi alla sua eroina : “Madama Butterfly per me non è affatto una vittima come viene sempre vista. La vera vittima è lui, Pinkerton, vittima di se stesso, un burattino. Lei è una donna determinata, cosciente delle cose che fa, tutt’altro che fragile. Fiera della sua casa americana, ha voglia di Occidente e cambia religione. Ha in mano il suo destino”.
Nel gioco di squadra entra anche la sapienza artigianale delle Officine San Carlo che per la messa in scena di Madama Butterfly ha recupero reti abbandonate in mare nell’ottica della sostenibilità ambientale. Di loro creazione anche un tappeto/arazzo tessuto filato con un nylon rigenerato ricavato dal riciclo di reti da pesca dismesse, nell’ambito del progetto Art Carpet. Repliche fino al 28 settembre.