Da Milano a Roma alla Svizzera fino al suicidio di Luca Ruffino, già presidente del Cda di Visibilia Editore. È questo il nuovo filo rosso che la Procura di Milano sta seguendo per fare luce sui finanziamenti, circa 3 milioni, che la società fondata dal ministro del Turismo Daniela Santanché ha ottenuto, a partire dal 2017, dal fondo Negma con sede a Dubai ma registrato nelle Isole vergini britanniche, grazie alla conversione di obbligazioni. La domanda che si fanno gli inquirenti: da chi sono arrivati i soldi e come sono stati gestiti? Un filo che, per quel risulta, coinvolge anche lo stesso Luca Ruffino, presidente dal marzo scorso dopo le dimissioni di Santaché e morto suicida il 5 agosto, senza lasciare indizi particolari. Il fascicolo al momento è a modello 44, e dunque senza indagati ma con un titolo di reato: aggiotaggio. I pm comunque lavorano anche sull’ipotesi di riciclaggio, ovvero sulla possibilità che i denari che hanno consentito le operazioni finanziarie del fondo Negma in Visibilia e in altre società quotate alla Borsa di Milano abbiano origine illegale o non dichiarata al Fisco.
Il fondo Negma, secondo gli inquirenti, con Visibilia aveva sottoscritto prestiti obbligazionari convertibili in azioni, portandosi in cassa una plusvalenza calcolata in mezzo milione di euro. Tra i clienti del fondo, oltre ad altre società, anche Ki Group e Bioera, già nell’orbita del duo Santanché-Canio Mazzaro, ex compagno della senatrice di Fratelli d’Italia e padre di suo figlio Lorenzo.
L’indagine della Procura di Milano che naviga parallela a quella principale per falso in bilancio e bancarotta, già da tempo è arrivata alla banca romana Finnat, dove Negma ha i conti. Finnat, va ricordato, in passato è stata legata da rapporti contrattuali anche con Visibilia, per la quale svolgeva il ruolo di market maker delle azioni al listino Egm della Borsa di Milano. A giugno scorso, la Guardia di Finanza di Milano su delega della Procura del capoluogo lombardo ha acquisito tutti i documenti relativi al conto del fondo offshore per due motivi: comprendere i reali titolari effettivi e chiarire l’obiettivo di alcuni finanziamenti. Per cristallizzare il reato.
Da queste acquisizioni sono emerse due novità rilevanti: un conto svizzero riferibile a Negma e un conto aperto in Finnat dallo stesso Ruffino. Sul primo fronte, viene spiegato, bisogna capire quale sia il flusso di denaro e a chi sia riferibile. Elemento decisivo, viene spiegato, per iniziare una richiesta di rogatoria verso la Svizzera. Richiesta che la stessa Procura valuta verso le Isole vergini britanniche. Questo anche perché, per quel che risulta, la Consob, allo stato, ha inviato dossier parziali. Tra Negma e la Svizzera sinora non risultavano collegamenti. Ma Roberto Culicchi, responsabile Italia del fondo emiratino-caraibico, in passato ha avuto un ruolo manageriale in Efg Bank. Efg è la banca svizzera che ha acquisito le attività della Banca della Svizzera Italiana (Bsi), istituto di credito dissolto nel 2016 da Finma, l’autorità di controllo elvetica, dopo numerose inchieste internazionali per riciclaggio che ebbero ricadute anche sulla sua controllata italiana. In quello stesso 2016 Roberto Culicchi, oggi alto dirigente di Negma responsabile delle sue attività in Italia, diventava general counsel della succursale italiana di Bsi Europe, banca lussemburghese posseduta al 100% da Banca della Svizzera Italiana.
Già da gennaio, il pm Paolo Filippini ha aperto un fascicolo “contenitore” contro ignoti per aggiotaggio, al fine di accertare la liceità o meno dei contratti sottoscritti da Negma con Visibilia, Bioera, Ki Group e molte altre società. Negma è una entità finanziaria anonima, con sede a Dubai registrata nelle Isole Vergini Britanniche per il risibile capitale di 1000 euro. Negli anni – ancora a guida Santanchè – le disastrate Bioera, Ki e Negma hanno emesso obbligazioni convertibili per raccogliere liquidità, come altre società italiane e francesi. Tutti come controparte avevano Negma o il suo predecessore, il fondo Bracknor, che ne condivideva gli stessi uffici. Quei prestiti hanno diluito le partecipazioni degli azionisti (Mazzaro e Santanchè compresi) fino a farli uscire di scena, ma hanno fatto pure crollare il valore delle azioni. Realizzando però forti utili per Negma&C.
Dalle carte di una assemblea dell’aprile 2022 di The LifeStyle Group, che all’epoca si chiamava Wm Capital, emerge che l’8 aprile 2022 Banca Finnat aveva aperto per Negma un conto titoli, dove il fondo aveva depositato le sue azioni Wm Capital. In base alla legge antiriciclaggio, Finnat deve aver chiesto a Negma chi sono i suoi beneficiari effettivi, cioè i soggetti (persone fisiche o aziende) che lo controllano. Ma non basta: di Wm Capital, poi, Finnat è stata anche advisor e ha verificato l’indipendenza di un candidato nella lista presentata da Negma per il Cda. Lista dove appaiono proprio l’avvocato Roberto Culicchi, responsabile Italia di Negma, e Davide Mantegazza, commercialista milanese che è stato per anni consigliere indipendente e investor relator di Visibilia, oltre ad aver avuto ruoli in Bioera e Ki Group. Proprio Mantegazza dal 5 ottobre 2022 è indagato per bancarotta e falso in bilancio nell’inchiesta su Visibilia avviata dai pm milanesi Roberto Fontana e Maria Gravina insieme al ministro del Turismo Daniela Santanchè, al suo compagno Dimitri Kunz, agli amministratori Fiorella Garnero (sorella della ministra) e Massimo Cipriani e all’ex sindaco Massimo Gabelli.
Finnat faceva da banca d’appoggio per Negma, sia per depositare le azioni delle società italiane partecipate sia come banca dove passava il denaro proveniente dall’estero (Isole vergini britanniche o Dubai) dei prestiti convertibili. Per Bioera, Ki Group e Visibilia, Banca Finnat ha avuto ruoli quali specialist, global coordinator della quotazione di Ki Group, depositaria dei titoli di azionisti, ma anche creditrice di Visibilia Editore, intermediario bancario di conti correnti e conti titoli. Ruoli simili li ha avuti in molte altre società che hanno avuto rapporti con Negma. Tutte vicende sulle quali ora è la Procura di Milano a indagare.
Sul conto in Finnat di Luca Ruffino, al momento, tutto è però ancora da capire. Sul fronte principale, l’accusa di falso in bilancio per cui è indagata la ministra, tocca attendere anche le valutazioni del tribunale civile. Sull’ipotesi di truffa aggravata rispetto all’utilizzo della cassa integrazione a zero ore per gli aiuti Covid, denunciata da Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia, l’iscrizione di eventuali indagati è legata a un approfondimento sulle reali responsabilità e sull’acquisizione delle buste paga.