Paul Pogba ha chiesto le controanalisi. Dopo la positività al testosterone riscontrata al termine di UdineseJuventus, prima gara di campionato, il centrocampista francese ha deciso – come nei suoi diritti – di far effettuare un secondo test sulle sue urine, inizialmente fissato per il 20 settembre presso l’Acqua Acetosa a Roma. La data però slitta di due settimane: secondo quanto riferisce l’Adnkronos citando fonti calcistiche, le controanalisi si terranno il 5 ottobre perché il perito di Pogba non è disponibile per il 20 settembre.

Il centrocampista bianconero nel frattempo è stato sospeso dal tribunale nazionale antidoping in via cautelare. Significa che non può allenarsi e giocare con la Juventus. L’esito delle controanalisi sarà il primo crocevia decisivo per tracciare il suo futuro. In caso di confermata positività, l’ipotesi ritenuta più probabile guardando ai precedenti di questo tipo, la Procura Antidoping aprirà l’istruttoria e Pogba potrà scegliere tra il patteggiamento e il processo. La difesa del centrocampista francese partirà da uno snodo cruciale: dimostrare la non intenzionalità nell’assunzione della sostanza dopante, che eviterebbe una squalifica di 4 anni, devastante per un giocatore che ha già compiuto 30 anni. Se non c’è intenzionalità, la squalifica può essere al massimo di 2 anni, con diverse possibili attenuanti che ridurrebbero la pena. Più difficile per Pogba dimostrare la ‘contaminazione accidentale‘, per la quale ad esempio è stato assolto il difensore dell’Atalanta José Luis Palomino nella scorsa stagione.

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