Una buona descrizione di quello che il Segretario dell’Onu, Antonio Guterres, ha definito “l’inizio del collasso climatico”, è quella che si legge nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato da Ursula Von der Leyen, a proposito delle priorità dell’Ue per l’anno a venire. Ella ha parlato di “un pianeta in ebollizione”, sottolineando che “abbiamo visto il caos e la carneficina provocati da condizioni meteorologiche estreme, dalla Slovenia alla Bulgaria e in tutta la nostra Unione”. Con ciò dimostrando di aver ben chiaro cosa sta avvenendo.
Sennonché, anziché proporre rimedi eccezionali per la tutela ambientale, Von der Leyen ha sottolineato che la Unione Europea si trova di fronte a tre sfide: “il lavoro, l’inflazione e il contesto imprenditoriale”, adombrando in questa ultima espressione il riferimento a un Green Deal , fondato sull’ “eolico” e su una “transizione giusta e equa”. Un piano, dunque, del tutto inadeguato a fronteggiare il disastro. E questa inadeguatezza appare ancor più chiara quando Ella sottolinea di aver “chiesto a Mario Draghi – una delle grandi menti economiche europee – di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”. Come se la vera causa del disastro economico non fosse stato quella di porre tutto sul mercato, privatizzando isole e montagne, favorendo la cementificazione del territorio, trasformando il lavoro, da “fondamento della Repubblica”, in “merce” degli imprenditori, e consentendo che lo Stato economicamente più forte si appropriasse, a costi stracciati, dei beni appartenenti a uno Stato economicamente più debole.
Ci accorgiamo così che il vero disastro è nel fatto che la Ursula Von der Leyen e tutte le grandi menti economiche europee sono prigioniere di un “pensiero unico”, quello neoliberista, che pone come valore assoluto, non più lo svolgimento della vita umana e di tutti gli esseri viventi, ma lo sviluppo economico senza limiti, anche se il superamento di tali limiti comporta il disastro climatico globale, che tutti stiamo pagando e che ancor più pagheranno le generazioni future. Ed è da sottolineare che detto pensiero unico ha eliminato il “pensiero critico” e ha fatto in modo che si pretenda di ragionare indipendentemente dal principio logico aristotelico di “non contraddizione”.
In altri termini, oggi si pretende di eliminare un effetto (la distruzione climatica), utilizzando proprio la causa di quell’effetto (lo sviluppo economico illimitato). Laddove, unico rimedio valido e non ingannevole è soltanto quello proposto nel 1972 dal Club Roma di Aurelio Peccei e da molti altri studiosi come Serge Latouche, i quali hanno chiaramente affermato che, per bloccare il dissolvimento della vita universale c’è un solo rimedio conforme alla logica aristotelica: cambiare i nostri stili di vita e rinunciare a troppe comodità.
Peraltro, neanche a farlo apposta, arriva la decisione della Presidente della Bce, Christine Lagarde, la quale pretende di vincere l’inflazione, dovuta a una scarsità di mezzi necessari a soddisfare la domanda, aumentando il costo del danaro, e cioè incentivando l’inflazione stessa.