All’Università di Firenze sta per iniziare il nuovo anno accademico ma la preoccupazione dei sindacati studenteschi riemerge davanti alla prospettiva di un aumento del numero di richieste di borse di studio e alla mancanza di posti letto con i prezzi in salita degli affitti. “Hanno innalzato i requisiti per poter accedere a borse di studio e posto alloggio che, come sindacato studentesco, rappresenta la nostra lotta quotidiana. Tuttavia, ci preoccupa perché ci sarà un notevole aumento delle richieste e il dubbio è: riuscirà la Regione a garantire tutte le borse di studio?”, si domanda Alberto Mini per UDU-Unione degli universitari Firenze.
Dall’anno scorso, infatti, sono stati chiusi alcuni studentati per lavori di ristrutturazione in tutta la Toscana: a Firenze si sono persi momentaneamente circa più di 700 posti letto totali, senza la disponibilità di due tra le più grandi strutture pubbliche, ossia Calamandrei (504 posti) e Caponnetto (249 posti), in una città dove una stanza può costare tra 450 e 500 euro, spese escluse. “Il dramma è scoppiato a settembre 2022 ma in realtà già prima” spiega sempre Mini facendo riferimento alla questione dei lavori negli studentati e spiega “secondo quanto abbiamo dedotto dalla rappresentanza e dai documenti, sono state fatte scadere le assicurazioni antincendio perché gli stabili non erano più a norma, quindi piuttosto che prevedere questo – cosa che avrebbe portato centinaia di studenti fuori dalle residenze – si è preferito farle scadere proprio per essere obbligati ad andare in ristrutturazione, perdendo più di 700 posti letto”.
Le soluzioni messe in atto dall’ARDSU Toscana non sembrano essere state all’altezza: alcuni studenti sono risultati vincitori ma senza un posto a causa dei lavori, così sono stati sistemati in stanze prese in affitto dall’Azienda ma circa 550 ne sono comunque rimasti fuori. Il DSU contava di recuperare alcuni alloggi grazie a chi avrebbe rinunciato a vivere in residenza, cosa che spesso succede a causa delle condizioni delle strutture: per esempio, “nella residenza Calamandrei l’acqua delle docce era marrone”, spiega Mini. Quanto al contributo affitto, la cifra è stata alzata a 4.200 € all’anno, ma chi vuole ottenerla si trova di fronte a un paradosso burocratico: il bando per fare richiesta apre a dicembre, alla fine del primo semestre, e si può presentare domanda solo avendo già un contratto di locazione. “Ma se non ho i soldi a priori per pagare un affitto come faccio a presentare un contratto di locazione?”, spiegano gli studenti.
Secondo un report del portale Immobiliare.it datato giugno 2023, il costo di una stanza in affitto a Firenze è in media di 18,64 euro al metro quadro, nel centro storico può arrivare anche a 21,87 €, con un aumento del 15,92% rispetto a luglio 2022. L’Università ha un bacino di 50.000 iscritti, di cui più di 15.000 sono fuorisede e i timori della comunità studentesca ricadono sull’effettiva possibilità che ogni richiedente possa ottenere la borsa di studio e un posto letto.
A questo scenario si è aggiunto nelle ultime settimane il caso dello studentato autogestito PDM27 sgomberato all’alba di giovedì 17 agosto: “Sono stati coinvolti reparti dell’Antimafia, un elicottero e reparti scelti provenienti dal Nord d’Italia per sgomberare di fatto uno stabile di studenti”, racconta a Ilfattoquotidiano.it una delle persone dello studentato. “Dalle istituzioni siamo stati lasciati senza un tetto, per ora molti di noi si stanno appoggiando da amici che li possono ospitare però non ci è stata data una soluzione che ci permetta di continuare a studiare in questa città”. L’edificio ospitava circa 30 persone e al suo interno si svolgevano anche presentazioni di libri, dibattiti, cineforum oltre ad avere un’aula studio aperta tutto l’anno con wi-fi gratuito per collegarsi a Internet.
La struttura occupata dagli studenti nel 2015, dopo la riforma dell’Isee che fece perdere il posto letto nelle residenze pubbliche a 375 persone, era di proprietà dell’Asl che lo aveva acquistato da una società finita sotto inchiesta e che, una volta naufragato il progetto di crearci delle abitazioni per persone affette da disagi mentali, lo aveva lasciato vuoto per sei anni. Ora gli studenti che abitavano nel palazzo, insieme a chi si è unito alle loro voci, hanno chiesto una presa di posizione da parte dell’Università e delle istituzioni, annunciando un corteo nazionale previsto per il 14 ottobre.