Non è un’accusa inconsueta, in un’aula di Tribunale, quella di maltrattamenti di animali, ma lo è sicuramente se il reato è stato commesso con abusi sessuali. È accaduto nel Bellunese, dove un uomo di 63 anni, originario dell’Agordino, ma residente vicino a Feltre, è stato rinvitato a giudizio dopo la denuncia presentata da alcuni agricoltori che avevano assistito a una scena a dir poco sconcertante. Nel luglio 2021, a San Gregorio nelle Alpi, l’uomo si era avvicinato a un’asina femmina e successivamente a un secondo asino maschio compiendo atti abusi su entrambi.

Esterrefatti, i proprietari degli animali avevano denunciato l’episodio ai carabinieri che avevano identificato l’autore. La denuncia aveva riguardato anche la violazione di domicilio, perché l‘indagato era entrato in una proprietà agricola altrui. Poi però questa accusa è caduta. La Procura di Belluno ha così chiesto il rinvio a giudizio per maltrattamenti di animali. Di fronte al presidente Antonella Coniglio, l’avvocato difensore Giuseppe Fantuzzi ha presentato richiesta di patteggiamento. È stata fissata una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione, oltre a una multa di 300 euro. In sostituzione del periodo di detenzione, l’imputato ha ottenuto la conversione in 172 ore di lavoro socialmente utile per il Comune.

La vicenda era finita in Tribunale alcuni mesi fa, ma non è mai stata ricostruita con le testimonianze. La prima udienza era stata infatti rinviata e i proprietari degli asini non si erano costituiti parte civile. Si è così arrivati direttamente all’udienza in cui è stato chiesto il patteggiamento. Il comportamento è punito dall’articolo 544-ter che riguarda “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”. Una sentenza di Cassazione del 2012, in riferimento alla zooerastia (perversione dell’istinto sessuale che porta ad avere rapporti con animali), aveva stabilito: “I comportamenti ‘insopportabili’ imposti all’animale idonei ad integrare il reato sono quelli incompatibili con il comportamento proprio della specie di riferimento dello stesso, così come ricostruito dalle scienze naturali, tra i quali rientra la coazione ad intrattenere rapporti sessuali con un essere umano”.

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