Berlino apre, poi smentisce. Sabato mattina la ministra tedesca dell’Interno Nancy Faeser ha fatto intendere che il governo Scholz, a fronte dei massicci arrivi a Lampedusa, era pronto a ricominciare ad accogliere volontariamente migranti dall’Italia attraverso il meccanismo di solidarietà interrotto di recente. Poche ore più tardi però un portavoce del ministero degli Interni tedesco, riporta il Tagesspiegel, ha chiarito che la chiusura degli ingressi è confermata: i colloqui per riprendere l’accoglienza dei migranti ”potrebbero riprendere in qualsiasi momento” ma allo stato attuale non sono in corso.

Le parole “fraintese” – Le procedure di accoglienza volontaria sono state sospese “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino“, aveva detto Faeser, ma “è chiaro che adempiamo anche al nostro obbligo di solidarietà”. La Germania aveva inizialmente promesso di accogliere 3.500 richiedenti asilo provenienti da Paesi particolarmente in difficoltà ai confini meridionali dell’Europa. Finora, 1.700 persone in cerca di protezione sono state trasferite attraverso il cosiddetto meccanismo volontario di solidarietà europea in modo che possano completare la loro procedura di asilo in Germania. Mercoledì il ministero ha affermato che non erano più previsti ulteriori ingressi, anche perché vi erano problemi con la riammissione dei migranti secondo le cosiddette regole di Dublino. Queste norme stabiliscono che i richiedenti asilo debbano – salvo alcuni casi eccezionali – presentare la loro domanda nel primo paese dell’Ue in cui sono stati registrati. Chiunque tenti di farlo in un altro Stato può essere rispedito nel Paese di primo arrivo.

Il nodo di Dublino – A fronte della richiesta di Bruxelles ai Paesi Ue di una maggiore solidarietà rispetto all’accoglienza, Berlino aveva motivato così la sua decisione: finché l’Italia non rispetterà il regolamento di Dublino sui movimenti secondari e non lascerà passare i migranti non registrati non ci può essere una solidarietà teutonica. Lo stop all’accoglienza, quindi, rappresentava “un segnale” per il governo teutonico. Il regolamento attualmente in vigore prevede infatti che debbano essere i Paesi di primo approdo – come Grecia e Italia – a farsi carico dei migranti in prima battuta registrando tutte le richieste di asilo e successivamente procedere con i rimpatri per chi non ha diritto alla protezione. Ma visto che questa procedura e la sua burocrazia sono costose sia in termini di personale che di tempi, le autorità dei Paesi di primo approdo – secondo quanto sostengono in particolare i Paesi del nord Europa – avrebbero avviato la consuetudine di non registrare i migranti o di registrarli come minorenni, in modo da facilitare la loro “partenza” verso Paesi come Germania, Francia, Belgio e Olanda.

L’emergenza a Lampedusa – Le immagini provenienti dall’hotspot parlano da sole, così come i dati pubblicati dal cruscotto statistico del Viminale: nell’ultima settimana sono sbarcati quasi 12mila migranti (11.839), di cui 1.279 nelle ultime 24 ore. “Stiamo assistendo a un’ondata straordinaria”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Tajani, che la prossima settimana volerà negli Stati Uniti assieme alla premier Giorgia Meloni per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E anche a New York l’Italia porterà il dossier migranti legato soprattutto a quanto sta avvenendo in Africa, “una polveriera ormai è esplosa”. “Tra colpi di stato e disastri naturali in Libia e Marocco è inevitabile che andrà sempre peggio – ha proseguito ancora Tajani -, quindi l’Italia da sola non può farsi carico di questo problema che è europeo, ma direi anche mondiale”.

(immagine d’archivio)

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