È un anno terribile per le Frecce tricolori, la cui base è a Rivolto (Udine): in aprile è morto il capitano dell’Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velivoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione. Sabato 16 settembre l’incidente di Torino con una bimba morta e il resto della famiglia ferita con ustioni.
Il capitano morto – Ghersi, di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era alla cloche di un velivolo ultraleggero – un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone – in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, nei cieli e sui monti del Friuli, schiantatosi sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), da un’altezza di 800 metri. Pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, Ghersi aveva svolto attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato. Gli investigatori concordarono sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile, dal momento che il capitano aveva una vastissima esperienza e, nonostante questo, non sia riuscito a condurlo a terra. Al momento dell’incidente le condizioni meteo e la visibilità erano buone.
Gli incidenti nel corso degli anni – Sono diverse le esibizioni o esercitazioni finite in tragedia: nella storia recente si contano diversi incidenti che hanno coinvolto aerei. Andando molto indietro nel tempo, il disastro di Ramstein, fuori dai confini italiani, e la strage del monte Serra, vicino Pisa, sono quelli con il bilancio di vittime più grave. In altri casi, invece la tragedia è stata evitata. Il 24 settembre 2017 migliaia di persone affollavano il lungomare di Terracina, quando un Eurofighter si schiantò in mare durante un’esibizione di volo acrobatico, non ci fu niente da fare per il pilota. Tra il pubblico c’erano anche i suoi familiari. Il 19 agosto 2014 due Tornado impegnati in una missione di addestramento si scontrarono nel cielo sopra Ascoli Piceno. Nella collisione morirono i quattro piloti dei due equipaggi.
L’11 maggio 2013 un aereo sperimentale precipitò nel Savonese, in quel caso il pilota, un esperto collaudatore, riuscì a salvarsi lanciandosi con il paracadute e a indirizzare i soccorritori. Il 14 luglio 2010 un caccia della Marina militare italiana precipitò in mare, al largo delle coste calabresi, durante un esercitazione. Anche in questo caso il pilota si salvò lanciandosi con il paracadute. Fu poi recuperato da un peschereccio. Il 23 novembre 2009 durante un volo di addestramento, uno dei tanti della 46/a Brigata aerea dell’Aeronautica di Pisa, un C-130 precipitò poco dopo il decollo. Cinque le vittime: il comandante, due allievi pilota e due addetti al carico.
Il 6 dicembre 1990 la strage alla scuola di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Un aereo militare in avaria finì nell’aula della seconda A dell’Istituto Tecnico Salvemini provocando un incendio. Alle 10.33 in classe c’erano la prof e 16 studenti quindicenni: dodici rimasero uccisi, fiamme e macerie fecero anche 88 feriti. Il 28 agosto 1988 in pochi secondi l’airshow nella base Nato di Ramstein, in Germania, si trasformò in tragedia. Tre aerei delle Frecce tricolori si scontrarono in volo, i rottami finirono tra gli spettatori: furono 70 i morti e oltre trecento i feriti. Il 3 marzo 1977 fu pesantissimo il bilancio anche del disastro del monte Serra, con lo schianto del C-130 Hercules ‘Vega 10′ decollato pochi minuti prima dall’aeroporto San Giusto di Pisa: 44 i morti. Tra i passeggeri c’erano i 38 cadetti dell’Accademia navale di Livorno. Non ci furono superstiti.