Una reazione durissima, a pochi giorni dal rapporto dell’Europarlamento che frena sul processo di adesione all’Unione della Turchia, a meno che il governo turco non cambi drasticamente rotta sul rispetto di valori democratici, lo stato di diritto, i diritti umani. Valutazioni che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan rispedisce al mittente minacciando direttamente Bruxelles: “L’Unione europea sta tentando di tagliare le sue relazioni con la Turchia – ha dichiarato -. Terremo la situazione sotto controllo e se sarà necessario potremmo decidere di rompere le relazioni con l’Ue”, ha poi aggiunto parlando ai giornalisti alla vigilia del suo viaggio negli Stati Uniti. Poi ha attaccato anche la Svezia, che resta in attesa di adesione alla Nato, processo su cui Ankara ha dato un parere positivo ma di fatto non è ancora stata ratificata dal parlamento turco, come anche da quello ungherese. “La Svezia per prima cosa deve onorare i suoi impegni, non basta preparare una legge, è necessario che venga messa in pratica. L’Occidente dice ‘Svezia, Svezia, Svezia’ ma per noi non è possibile dire ‘sì’ o ‘no’ fino a che il nostro parlamento non prenderà una decisione”.
Il voto dell’Eurocamera – Nella relazione annuale sulla Turchia ha approvata il 13 settembre, il Parlamento europeo esorta l’Ue e Ankara a superare l’attuale situazione di stallo e a trovare “un quadro parallelo e realistico” per le reciproche relazioni. A meno che il governo turco non cambi drasticamente rotta, il processo di adesione non potrà riprendere nelle circostanze attuali, affermano gli eurodeputati nella loro relazione adottata mercoledì con 434 voti a favore, 18 contrari e 152 astensioni. I deputati confermano che la Turchia rimane un candidato all’adesione all’Ue, un alleato della Nato e un partner chiave nella sicurezza, nelle relazioni commerciali ed economiche e nella migrazione, sottolineando che ci si aspetta che il paese rispetti i valori democratici, lo stato di diritto, i diritti umani e si attenga alle norme dell’Ue. Oltre a questo, l’Eurocamera esorta la Turchia a ratificare senza ulteriori indugi l’adesione della Svezia alla Nato e sottolinea che il processo di adesione all’Alleanza di un Paese non può in alcun modo essere collegato al processo di adesione all’Ue di un altro. I progressi di ciascun paese nell’Ue restano basati sui propri meriti, sottolineano i deputati. Il rapporto accoglie con favore il voto della Turchia a favore della condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e il suo impegno per la sovranità e l’integrità territoriale del paese, deplorando che la Turchia non sostenga le sanzioni al di fuori del quadro delle Nazioni Unite. Il tasso di allineamento della Turchia con la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue è sceso al minimo storico del 7%, rendendolo di gran lunga il più basso tra tutti i paesi dell’allargamento. Bruxelles comunque riconosce favorevolmente gli sforzi della Turchia per continuare a ospitare la più grande popolazione di rifugiati al mondo, pari a quasi quattro milioni di persone e i deputati sono favorevoli, oggi come in futuro, al fatto che l’Europa continui a fornire finanziamenti ai rifugiati e alle comunità ospitanti in Turchia.
La reazione di Ankara – Il dossier è stato definito dal ministero degli Esteri turco “un insieme di accuse infondate e pregiudizi, basati sulla disinformazione dei circoli anti-Turchia, che riflette il noto approccio superficiale e non visionario del Parlamento europeo, non solo nei confronti delle relazioni Turchia-Unione europea (Ue) ma anche verso il futuro dell’Ue”. Come si legge in un comunicato del ministero, “purtroppo, il rapporto dimostra che i deputati europei sono in ostaggio di una politica populista”. Secondo Ankara, “le accuse che i deputati europei hanno incluso nel rapporto riguardo alla questione dell’Egeo, del Mediterraneo orientale e di Cipro riflettono punti di vista unilaterali appartenenti ad alcuni circoli e separati dalla realtà storica e giuridica e sono nulle”. La Turchia si augura che i deputati che saranno eletti nel Parlamento europeo il prossimo anno adotteranno un approccio più razionale. “Aggiornare l’Unione doganale e finalizzare il dialogo sulla liberalizzazione dei visti senza ritardi sono gli obiettivi comuni di Turchia e Ue per il prossimo futuro (…). La Turchia ha il potenziale per rendere l’Ue una potenza globale contro tutte le sfide attuali, particolarmente quelle riguardanti la sicurezza, l’energia, il cambiamento climatico, la migrazione e le difficoltà economiche”, si legge nel comunicato.