Momenti di paura sul volo UA510 della United Airlines partito dallo Stato di New York e diretto a Roma Fiumicino. Una discesa improvvisa, da 11 mila a 2.700 metri di quota, in appena 8 minuti. Una discesa brusca ma controllata e decisa dallo stesso pilota: a causa di un “problema di pressurizzazione”, a un’altitudine così alta tutte le persone a bordo avrebbero rischiato di perdere conoscenza e l’aereo avrebbe potuto schiantarsi. Fortunatamente la catastrofe è stata evitata: il volo ha fatto rientro all’aeroporto di partenza, procedendo sempre a bassa quota, e nessuno è rimasto ferito.
Tutto è cominciato intorno alle 21.20 di mercoledì 13 settembre, quando l’aereo è decollato dalla città di Newark, nello Stato di New York, con notevole ritardo. Il rinvio della partenza era dovuto all’avvicinarsi dell’uragano Lee, che minacciava la costa atlantica dove l’aereo sarebbe dovuto passare. E tuttavia, l’uragano non c’entra nulla con quello che in seguito sarebbe successo al Boeing777. Il volo aveva raggiunto gli 11mila metri di altitudine e sorvolava i cieli di Halifax, la capitale della provincia canadese della Nuova Scozia – stava quindi per cominciare la traversata dell’Atlantico – quando il pilota ha notato un “problema di pressurizzazione”, racconta Il Messaggero.
Le perdite di pressione possono essere fatali per gli aerei, basti pensare a quanto successe nel 2005 a un volo partito da Cipro e diretto ad Atene: tutti i 121 passeggeri e i membri dell’equipaggio persero conoscenza, il volo si schiantò e non ci fu nessun superstite. Forse memore di quell’incidente, il pilota dell’UA510 ha invece deciso di abbassare l’altitudine di crociera, portando l’aereo a una quota dove l’aria fosse più respirabile e non si rischiassero malori tra le persone a bordo. In appena 8 minuti il volo ha perso oltre 8 mila metri, passando da 11 mila a 2.700. Come ha assicurato un portavoce della Federal Aviation Administration (Faa), “i piloti sono addestrati ad effettuare discese controllate al di sotto dei 12.000 piedi (2.700 metri) in caso di problemi di pressurizzazione, perché al di sotto di questa quota non è necessario l’ossigeno supplementare”.
Come si vede nei tracciati della stessa Faa, il volo è inizialmente rimasto su una rotta di mantenimento al di sopra di Halifax, esplorando forse la possibilità di atterrare nella città canadese. In seguito, però, si è deciso di invertire la rotta, riportando l’aereo a Newark, procedendo sempre su una quota di massimo 2.700 metri. Due ore più tardi il Boeing777 è atterrato, senza incidenti, nell’aeroporto di partenza, e i 270 passeggeri sono stati trasferiti su un altro volo. A quanto si legge nel comunicato della United Airlines, l’aereo non ha mai perso la pressione in cabina e non c’è stato alcun ferito.
Sul caso sta ora indagando la Faa, che cercherà di capire come si sia verificato un incidente potenzialmente così catastrofico. L’aereo, infatti, ha solo 26 anni, che non è tanto per un jet di quel tipo, ed è apparentemente in buone condizioni, visto che il giorno seguente è stato utilizzato per voli interni. Il mondo aeronautico statunitense, inoltre, vanta un record invidiabile in termini di sicurezza. E ancora, i problemi che colpiscono gli aerei, almeno in questa stagione metereologica, non sono tanto guasti tecnici quanto invece problemi causati dalle turbolenze sempre più violente.