Forza Italia sta pressando il governo Meloni perché cancelli la legge che prevede la progressiva riduzione dei contributi pubblici diretti ai giornali fino alla loro completa abolizione. L’obiettivo del partito fondato da Silvio Berlusconi è quello di lavorare in senso contrario: aumentare i finanziamenti che lo Stato fornisce ogni anno a giornali che si dichiarano pubblicati da cooperative, enti senza fini di lucro o di minoranze linguistiche. A prevederlo è uno dei 66 emendamenti che Forza Italia ha presentato giovedì nella commissione Industria e Ambiente del Senato al decreto Asset, il provvedimento che contiene anche il prelievo sugli extraprofitti bancari.
Alcuni dei più importanti giornali nazionali ancora oggi godono dei finanziamenti pubblici diretti da parte dello Stato: secondo i dati del Dipartimenti dell’Editoria relativi al 2021 (ultimi disponibili), Italia Oggi ha ricevuto quell’anno 4 milioni di euro, Libero 3,9 milioni, Il Manifesto 3,3 e Il Foglio 1,9 solo per citare i più importanti quotidiani che sono di proprietà di cooperative.
La proposta di rinviare l’abolizione dei finanziamenti è firmata da Dario Damiani, senatore azzurro della commissione Bilancio, che vuole inserire un nuovo articolo nel decreto Asset dal titolo: “Misure urgenti nel settore dell’editoria”. Come primo obiettivo il senatore di Forza Italia ha quello di abrogare la norma inserita nella legge di Bilancio 2019 con cui il governo Conte-1 (Lega-M5S) aveva previsto una riduzione progressiva dei contributi pubblici all’editoria del 20% nel 2019, 50% nel 2020, 75% nel 2021 fino alla loro abolizione totale a partire dal 2022. Una norma voluta dall’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio all’editoria Vito Crimi che trasformò in legge uno dei cavalli di battaglia del M5S, cioè l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali.
I governi successivi, però, hanno neutralizzato quella legge: nei diversi Milleproroghe è sempre stata prorogato l’accesso ai contributi pubblici. Ad oggi, secondo l’ultimo provvedimento del 2022, si dovrebbe arrivare a una riduzione progressiva fino all’abolizione solo nel 2027. Ma Forza Italia ora prova a risolvere il problema alla radice cancellando proprio la legge Crimi: con la sua abrogazione gli azzurri propongono di eliminare il piano di progressiva riduzione e soprattutto la totale abolizione del finanziamento pubblico ai giornali.
Nella seconda parte dell’emendamento, però, Damiani chiede anche di andare in senso contrario, ovvero aumentare i contributi pubblici alle imprese editrici che si dichiarano di proprietà di cooperative o di enti senza fine di lucro. In primo luogo alza il limite massimo del contributo dal 50 al 70% dei ricavi dell’impresa, aumenta le quote delle singole voci per i rimborsi di carta, personale dipendente e abbonamenti e anche le quote del contributo per ogni singola copia venduta. Inoltre viene inserita una quota aggiuntiva anche in relazione all’edizione digitale del quotidiano pari al 2% del contributo per numero di utenti unici mensili tra 40.000 e 100.000 e un ulteriore 1% tra 100.000 e un milione. Infine l’emendamento propone di rendere cumulabile il contributo diretto al credito di imposta di cui oggi usufruiscono molti quotidiani.
Non è detto che l’emendamento venga ritenuto ammissibile dal presidente della commissione Luca De Carlo (Fratelli d’Italia) per estraneità di materia, ma Forza Italia ci proverà. Su questo tema potrebbe trovare terreno fertile nella maggioranza: da quando si è insediato il governo Meloni è tornata forte la spinta per il ritorno pieno dei contributi pubblici all’editoria o di ulteriori proroghe.