Una delle ipotesi per l’incidente delle Frecce Tricolori avvenuto vicino all’aeroporto di Torino Caselle è che Aermacchi MB33, pilotato dal maggiore Oscar del Dò, abbia subito un bird strike. Gli impatti di aerei sono molto più frequenti di quello che si possa pensare. Gli incidenti con animali selvatici, in maggior parte uccelli, ma anche mammiferi, sono ben stati 2.168 nel 2022, in gran parte nelle aree aeroportuali sotto i 300 piedi di altezza. In 1917 casi non ci sono state conseguenze specifiche mentre sono 40 gli impatti con danni, 121 quelli multipli e 103 quelli con ‘indigestionr’, cioè con un animale finito nei motori. Tutti dati presenti nell’ultima relazione annuale dell’Enac sui ‘Wildlife Strike’, aggiornata l’8 agosto scorso.

Gli impatti avvenuti a Torino Caselle – Il rapporto è ricco di dati, indica procedure e rimedi attuati con informazioni sui singoli aeroporti italiani. Si scopre così che ogni aeroporto deve essere dotato una Unit bird control. A Caselle, interessato ieri dall’incidente con la caduta di una delle Frecce Tricolori nel 2017 su 42.641 movimenti sono stati registrati 17 impatti, un numero limitato anche se in crescita sui 10 del 2021 e sui 13 del 2020. Si tratta di impatti con uccelli. Sull’aeroporto – emerge dal rapporto – sono state adottate pratiche specifiche e sistemi di dissuasione, come l’utilizzo di auto con sirena bitonale, ma anche 22 falconidi addestrati, stabili nell’aeroporto, e due cani di razza border collie impiegati per allontanare la fauna selvatica in genere.

Gli impatti negli altri aeroporti – A scorrere l’elenco si scopre nel corso dell’anno l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio ha registrato 88.846 movimenti con 39 impatti con volatili e 17 con altra fauna selvatica. Nel 2022 gli avvistamenti in airside dello storno, della lepre e dei piccioni sono aumentati, si legge nella relazione. “I wildlife strike con lepre rimangono costanti rispetto all’anno precedente e sempre elevati (16), anche a causa della sospensione delle catture da parte della Regione Lombardia Ufficio Caccia della Città Metropolitana di Bergamo”.

Nel 2022 l’aeroporto di Roma Fiumicino ha registrato 212.502 movimenti con 124 impatti con
volatili e 4 con mammiferi. “Nel 2022 si evidenzia un aumento moderato nel numero di osservazioni di fauna selvatica registrate in aeroporto rispetto all’anno precedente”. L’aeroporto di Napoli ha registrato 89.994 movimenti con 64 impatti con volatili e 1 con altra fauna selvatica. L’aeroporto di Bari nel 2022 ha registrato 52.503 movimenti con 25 impatti con volatili e uno con altra fauna. Lo scalo aeroportuale di Catania ha registrato 72.505 movimenti con 57 impatti con
volatili. L’aeroporto di Palermo ha registrato 55.886 movimenti con 28 impatti con volatili e nessuno con altra fauna selvatica. Nel 2022 l’aeroporto di Malpensa ha registrato 186.617 movimenti con 51 impatti con volatili e 10 con altra fauna. Linate ha registrato 101.633 movimenti con 36 impatti con volatili e 1 con altra fauna.

I rimedi e la missione dell’Enac – Rientra nella missione dell’Enac garantire la regolarità e la sicurezza della navigazione aerea per uno sviluppo armonico del trasporto aereo, si legge nella relazione, “attuando ogni misura idonea a prevenire e ridurre i rischi per la navigazione, come il wildlife strike, nel rispetto dell’ambiente”. Monitoraggio, sistemi di dissuasione diretta, sensibilizzazione, formazione. Sono tra le parole chiave della “mission” di prevenzione nella necessità di “rendere ostile agli uccelli l’ambiente aeroportuale” ed alla puntuale e completa segnalazione degli impatti (o presunti tali) verificatisi.

Il primo incidente documentato tra un uccello e un aereo risale al 1905, e sin da subito le autorità aeronautiche di tutto il mondo si sono occupate di questo problema con crescente preoccupazione. “Il wildlife strike è infatti in costante aumento in tutto il mondo. Ciò è dovuto principalmente all’aumento progressivo del traffico aereo, ma anche all’incremento numerico di molte popolazioni di animali selvatici nel corso degli ultimi decenni – si legge nel “Wildlife Strike Relazione Annuale 2022” di Enac – Il 70% degli eventi di wildlife strike avviene al di sotto dei 200 ft di quota, l’85% al di sotto degli 800 ft e oltre il 90% sotto i 2.000 ft.

I danni degli impatti – Parti dell’aereo coinvolte maggiormente colpiti – è ancora nel rapporto – sono risultati il muso, i motori, il parabrezza, l’ala e la fusoliera; in pratica tutte le parti anteriori dell’aeromobile. Il motore è la parte dell’aeromobile che nel 2022 ha subito più danni (12% dei casi di impatto) insieme all’ala (wing), pari al 7% dei casi. Tra i sistemi di dissuasione utilizzati “i dispositivi acustici, visivi e combinati, associati all’adozione della politica dell’erba alta (incentrata sul mantenimento del manto erboso ad un’altezza media di 20-35 cm,), sono risultati essere quelli più utilizzati per la loro efficienza”.

L’Enac continua nella “sua valutazione di nuovi sistemi di monitoraggio e dissuasione presentati all’Ente sia a livello nazionale che internazionale” e sta continuando una “serie di indagini per conoscere meglio la distribuzione, la fenologia e le quote di volo delle specie maggiormente coinvolte nei wildlife strike”. Allo stesso modo sta stimando il costo reale del wildlife strike in termini di danno economico. Per far ciò sono previsti accordi con le principali banche dati ornitologiche nazionali ed europee, e “si sta ancora cercando di entrare a far parte dei network europei che studiano la migrazione degli uccelli in Europa attraverso l’utilizzo diffuso dei radar”.

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