“Carissimi, faccio silenzio perché sono in ospedale e sono stanco, impedito di comunicare con voi ma vi penso e dialogo con voi in una comunione che non viene meno”. Sono le parole di Enzo Bianchi, il monaco fondatore della comunità di Bose e da pochi giorni della fraternità di “Casa della madia”, dove da luglio si è trasferito con altre due sorelle e quattro fratelli. Una frase cinguettata a metà pomeriggio di sabato 16 settembre dal letto dell’ospedale delle “Molinette” dove è stato costretto ad un ricovero urgente e imprevisto. Proprio ieri padre Bianchi era atteso a Lodi alla festa del volontariato e oggi avrebbe dovuto chiudere gli appuntamenti del festival della filosofia di Modena ma le condizioni di salute nelle ultime ore si sono aggravate al punto di dover arrendersi alle cure dei medici.

La situazione di padre Bianchi, 80 anni lo scorso mese di marzo, è precipitata nei giorni scorsi. Nonostante le condizioni di salute da tempo precarie, infatti, il fondatore di Bose aveva in calendario un appuntamento a Trani giovedì 21; la partecipazione al festival della spiritualità a Torino venerdì 22 e molte altre date fino a dicembre. Ora il monaco, noto anche per la sua attività da scrittore, è alle “Molinette” da venerdì attorniato dalle attenzione dei fratelli che proprio il 9 settembre scorso hanno inaugurato con lui, ad Albiano, “Casa della madia”, una nuova realtà nata dopo essere stati costretti ad abbandonare la comunità di Bose.

Proprio la scorsa settimana padre Enzo aveva scritto: “Con questo nuovo progetto ho seguito la mia vocazione monastica, non ho tirato i remi in barca, nonostante gli 80 anni, ed ho costruito un nuovo inizio. Iniziamo nuovamente, riprendendo diverse cose abbandonate per due anni. Ma faremo una vita fedele alla semplicità, lavorando per guadagnarci di che vivere. Lavoreremo con le nostre mani la terra e, soprattutto, praticheremo l’accoglienza di tutti, senza escludere nessuno”.

Lui stesso aveva seguito in prima persona i lavori per la realizzazione del nuovo spazio tanto che diversi scatti lo ritraggono al lavoro insieme agli altri monaci e monache. Sabato scorso a “Casa della madia” aveva accolto i tanti amici arrivati da ogni parte d’Italia per il taglio del nastro della fraternità, celebrato con la presenza dell’arcivescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti e del violoncellista Mario Brunello. A lui era toccato, a luglio anche dire addio ad un grande amico: monsignor Luigi Bettazzi, vescovo da sempre legato all’esperienza di Bose. Proprio su Twitter aveva scritto: “Sono stato accanto a lui nelle sue ultime ore raccogliendo le sue ultime parole: riconciliazione e pace”.

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