Ci sono tante affermazioni che uno può aspettarsi dal fondatore di Rolling Stone. Di sicuro non questa: “Per quanto riguarda le donne, non che non fossero capaci di articolare un discorso ma non erano abbastanza a livello intellettuale… Prova a fare una conversazione profonda con Grace Slick o Janis Joplin. Joni Mitchell non era una filosofa del rock ‘n’roll, né per quanto riguarda il suo lavoro né le interviste che ha rilasciato… Le persone che ho intervistato erano i filosofi del rock. Gli artisti neri? Stevie Wonder è un genio ma non si può usare una parola ampia come “maestro”… Marvin Gaye o Curtis Mayfield? Voglio dire, non si esprimevano a quel livello, guardate di cosa stava scrivendo Pete Townshend, o cosa ha scritto Jagger, o qualcun altro di loro”. Così Jann Wenner, fondatore della rivista di musica più nota al mondo che dal ’67 e per un paio di decenni ha raccontato in modo impeccabile i cambiamenti culturali e sociali di mezzo mondo. Wenner ha presentato il suo nuovo libro, The Masters, nel quale riporta le interviste fatte negli anni a nomi come Mick Jagger, John Lennon, Bruce Springsteen, Bono, Bob Dylan. E quando un giornalista del New York Times gli ha chiesto come mai non ci siano donne né artisti di colore ha risposto esattamente come leggete sopra.
Affermazioni che non sono certo passate inosservate: Wenner è stato cacciato quasi immediatamente dal cda della Rock’n’Roll Hall of Fame. Misoginia e razzismo. E sono arrivate anche le scuse di Wenner, pubblicate da The Hollywood Reporter: “The Masters è una raccolta di interviste che ho fatto nel corso degli anni, che mi è sembrata rappresentare al meglio l’impatto del rock’n’roll sul mio mondo. Non era dunque destinata a rappresentare l’intera musica e i suoi diversi e importanti creatori. Non riflettono il mio apprezzamento e la mia ammirazione per una miriade di artisti iconici che hanno cambiato e cambiano il mondo, la cui musica e le cui idee venero e celebrerò e promuoverò finché vivrò. Capisco perfettamente la natura incendiaria delle parole da me pronunciate e scelte male e mi scuso profondamente, e ne accetto le conseguenze”.