Meno ore di formazione sulla sicurezza del lavoro per i settori ad alto rischio, come cantieri e lavorazione di metalli, e maglie più larghe per gli enti formatori. È la proposta del ministero del Lavoro, contenuta in una bozza che finirà davanti alla Conferenza Stato-Regioni nel tentativo di accorpare i sei accordi e dare attuazione al Testo unico sulla sicurezza del 2008. L’idea partorita negli uffici guidata dalla ministra Maria Elvira Calderone, anticipata da La Repubblica, ha provocato le proteste di M5s e Pd. Il testo salta fuori a pochi giorni dalla strage di Brandizzo e mentre continuano le morti nell’ombra sul lavoro, nonostante gli annunci e le doglianze di esponenti del governo e della maggioranza per la continua catena di decessi sul posto di lavoro.

Secondo la bozza anticipata le ore diventeranno 10 per tutti i lavoratori. Oltre alle quattro ore base ci saranno altre sei ore per tutti senza differenziare tra settori a rischio basso, medio e alto. Al momento invece sono previste, oltre alle quattro ore base, quattro ore per i settori a basso rischio, otto per quelli a rischio medio e 12 per quelli a rischio alto. Per questi ultimi quindi il numero totale delle ore di formazione rischia di scendere da 16 a 10 e per quelli a rischio medio da 12 a 10 mentre per quelli a rischio basso si avrebbe un aumento da otto a 10.

“Mentre nel nostro Paese muoiono in media 80 persone sul lavoro al mese”, afferma il M5s, il governo “taglia la formazione su salute e sicurezza”. Oltre alla sforbiciata per i settori ad alto rischio, sottolineano i deputati pentastellati, “viene allargato il perimetro agli enti formatori con scarsa o nulla esperienza”. Novità che hanno “dell’incredibile, anche, e soprattutto, alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente Mattarella sul tema – scrivono Valentina Barzotti, Davide Aiello, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci – La ministra Calderone, che predica bene ma razzola male, dovrà risponderne in Parlamento: già oggi presenteremo un’interrogazione sul punto”.

Le centinaia di morti nel 2023 “sembrano non avere insegnato niente”, afferma Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Partito Democratico. La bozza “è, per molti aspetti, in aperto contrasto con le affermazioni, ripetute anche in questi giorni da esponenti di maggioranza e governo, circa l’importanza della formazione per prevenirli”, aggiunge l’ex viceministra e sottosegretaria che giudicate le proposte “peggiorative” rispetto alla legislazione esistente.

“Così come lo sono i criteri più facili per l’accreditamento degli enti che possono erogare la formazione. Pure incomprensibile – aggiunge – è che si ignori la necessità della formazione per conoscere e tutelarsi dai forti rischi per salute e sicurezza legati al caldo eccessivo e ai mutamenti climatici. E come si può, dopo la strage di Brandizzo, prevedere che il modulo specifico ‘Cantiere’ pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili riguardi solo l’impresa affidataria, e non l’impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro?”, conclude.

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