Il team olandese ha riscritto la storia del ciclismo. Per la prima volta una squadra ha vinto tutti i tre Grandi Giri nella stessa stagione
Mai nessuno come loro. Mai nessuno come la Jumbo-Visma. Il team olandese ha riscritto la storia del ciclismo. Per la prima volta una squadra ha vinto tutti i tre Grandi Giri nella stessa stagione. E i gialloneri hanno fatto anche di più. Hanno trionfato con tre corridori diversi: Primoz Roglic, Jonas Vingegaard e Sepp Kuss. Il primo si è preso il Giro d’Italia rimontando nell’ultima cronometro del Monte Lussari, il secondo ha dominato il Tour de France e il terzo si è aggiudicato a sorpresa la Vuelta a España. Con gli altri due, Vingegaard e Roglic, arrivati alle sue spalle in classifica per completare il dominio. Qualcosa di mai visto e che sarà difficile ripetere in futuro.
L’unico precedente di tripletta in un Grande Giro nel secondo dopoguerra risale al 1966. In quell’anno alla Vuelta la Kas-Kaskol piazzò tre uomini ai primi tre posti e addirittura sei nei migliori sette: vinse Francisco Gabica davanti a Eusebio Vélez e Carlos Echeverría. Ma era un altro ciclismo e a quei tempi la corsa spagnola era poco frequentata da corridori e squadre straniere. L’impresa della Jumbo-Visma è storica e unica. Gli olandesi negli ultimi due anni hanno dimostrato di essere una macchina perfetta, maniacale nella cura del dettaglio e attenta a tutti gli aspetti della gara. Nemmeno il team Sky/Ineos, che dal 2012 al 2019 ha vinto sette degli otto Tour de France disputati e sembrava imbattile, ha ottenuto tanto. La formazione inglese ha monopolizzato per quasi un decennio la competizione più importante del ciclismo, ma spesso ha lasciato spazio agli avversari al Giro e alla Vuelta.
I gialloneri nel 2023 stanno annichilendo i rivali su ogni terreno, come testimoniano i 62 trionfi finora in questo anno solare. Oltre ai tre protagonisti della Vuelta, i calabroni possono contare sulla classe e la polivalenza di Wout Van Aert, sulle volate di Olav Kooij e sul vincitore della Gent Wevelgem Christophe Laporte. La loro superiorità è per certi versi imbarazzante. Recentemente, al Tour of Britain, hanno vinto cinque delle otto frazioni e la classifica generale. Alla Vuelta si sono concessi il lusso di siglare due triplette di tappa e una volta messo al sicuro il podio monocolore hanno deciso chi far primeggiare. Vingegaard, il più forte scalatore al mondo e vincitore degli ultimi due Tour, si è addirittura trasformato in gregario per favorire il successo di Kuss.
Ma attenzione il trionfo l’americano se l’è meritato sul campo, con una strenua difesa della maglia rossa anche quando i compagni di squadra lo hanno attaccato a viso aperto. Sia Vingegaard che Roglic infatti non si sono risparmiati fino all’Angliru, mettendo più volte a rischio la leadership del loro fidato scudiero. Un corridore che è stato la pedina fondamentale in tutti e sei i successi complessivi del danese (2) e dello sloveno (4) tra Giro, Tour e Vuelta e che nel 2023 ha partecipato a tutti e tre i Grandi Giri da protagonista.
Lo snodo cruciale della corsa spagnola è stata la sesta tappa con arrivo al Pico del Buitre. Lì Kuss ha costruito il suo trionfo vincendo la frazione dopo essere entrato nella fuga e distanziando gli avversari più quotati, tra cui i due compagni, di oltre 2 minuti e 50 secondi. Quel vantaggio è stato il cuscinetto che l’americano ha sfruttato per mantenere la maglia rossa fino a Madrid. Nei giorni successivi solo Vingegaard e Roglic sono riusciti a rosicchiare secondi al 29enne di Durango, mentre tutti gli altri hanno perso ulteriore tempo. E come in una favola, l’amico fedele e compagno di mille battaglie ha avuto la sua gloria. Il premio alla carriera di un corridore dotato di un talento cristallino in salita, ma che finora aveva sempre servito i compagni.
Tutti gli addetti ai lavori credevano nelle sue potenzialità e sapevano che aveva le carte in regola per vincere una corsa a tappe, ma nessuno immaginava che potesse aggiudicarsi la Vuelta 2023. D’altronde il ciclismo è così: uno sport duro, fatto di gerarchie stringenti, ma che a volte sa riconoscere i meriti di chi ha dato tanto come Sepp Kuss. Gli Stati Uniti non vincevano un Grande Giro dal 2013 quando Chris Horner si aggiudicò proprio la Vuelta. Ora tocca al ragazzo dal sorriso contagioso venuto dal Colorado prendersi la gloria e con lui tutta la Jumbo-Visma che ha riscritto la storia del ciclismo.