Fra strascichi di tulle da sposa, lunghi mantelli, pantaloni aderenti e gonne fascianti, fra giacche ampie e giochi di colore che esplodono all’improvviso dopo il bianco e il nero, le donne di I/Deal hanno portato sulla passerella se stesse
L’incedere delle donne sulla passerella è garbato e composto, elegante. Ha una grazia commovente. Prima degli abiti indossati, realizzati da giovani stilisti, prima dei fruscii che generano i tessuti, alcuni ariosi come tulle altri di consistenza più importante, ci sono loro. Le donne che hanno affrontato la battaglia contro il cancro al seno. Non guerriere. Alchimiste. I/Deal, la sfilata che nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano apre la Settimana della Moda, è un omaggio alla forza, alla creatività, al coraggio di chi ha combattuto e combatte. Quel femminile che sa già, comprende, riordina, cambia il negativo in positivo. Trasforma il metallo in oro. E genera dentro e fuori, nel proprio intimo e nelle relazioni con gli altri, nel piccolo quotidiano e nei pensieri grandi, una sorta di rivoluzione: modificare lo sguardo sulle cose per vedere lo straordinario. Patrocinato da Camera Nazionale della Moda Italiana, con il supporto del Camera Moda Fashion Trust, l’evento porta l’attenzione di operatori e media su un tema di primaria importanza: il tumore della mammella. Con tutti i suoi tabù. E pone l’attenzione sulle luci che illuminano questo percorso fatto troppo spesso di silenzi.
Ideato da Cancer Culture, organizzazione no-profit fondata e guidata da pazienti affetti da cancro al seno che scelgono di vivere la propria vita pienamente e completamente accettando gli alti e bassi della malattia, I/Deal ha visto sfilare venti modelle. Tutte donne che hanno superato la malattia e sono orgogliose di mostrarsi come sono: bellissime perché si sentono tali e non è la taglia 38 o l’età più matura a fare la differenza.
Selezionate dalla stylist Amelianna Loiacono, le creazioni che hanno sfilato in passerella appartengono a designer tra cui ActN°1, Andrea Adamo, Cormio, Federico Cina, Magliano, Marcello Pipitone, Marco Rambaldi, Maxivive, Niccolò Pasqualetti, Tokyo James e Vitelli. I proventi della vendita dei biglietti della sfilata, organizzata dall’agenzia creativa Art+Vibes, sono destinati a due fondazioni oncologiche, la Fondazione Ieo-Monzino e la Fondazione Piemontese per la Ricerca del Cancro.
“Quest’evento è un’occasione per celebrare la vita e ricordarci che il cancro non definisce il paziente,” commenta Beth Fairchild, Presidente di Cancer Culture. E specifica: “Portando un messaggio di speranza alla comunità, con l’utilizzo di diverse espressioni artistiche, attraverso questo progetto speciale desideriamo aumentare la consapevolezza, ispirare il cambiamento e far luce sulla realtà della malattia”. Non è la prima volta che Cancer Culture porta in scena un fashion show. Infatti l’associazione ha creato il format nel 2017 con un debutto alla New York Fashion Week, seguito da una serie di eventi in cui sono stati raccolte centinaia di migliaia di dollari per supportare istituti e fondazioni impegnati nella cura di donne affette da tumore al seno.
Tra i partner del progetto, oltra a Università Bocconi che ha dato accesso a una location davvero suggestiva, con vetrate che hanno permesso agli studenti di osservare dall’alto, Video Gang alla regia e alle riprese dello show, Aurora Music alla creazione della colonna sonora e Urban Production all’allestimento. “Credo che questa sfilata sarà di grande ispirazione per tutti noi e metterà in luce ancora una volta quanta forza e consapevolezza le donne sono in grado di far crescere in loro e dimostrare anche nelle situazioni più dolorose”, dichiara Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda. Milioni di donne sul nostro pianeta lottano contro questa malattia. Non tutte ce la fanno. Ma oggi dal cancro alla mammella si guarisce. La diffusione della prevenzione e la ricerca di nuove cure fanno passi da gigante.
Le venti donne che hanno sfilato alla Bocconi sono gocce nell’oceano. Ma talmente luminose e potenti da incantare. Ogni loro passo è stato il segno di un cammino lungo ed emozionale, ogni movimento una conquista interiore. Fiere come regine senza corona hanno reso ogni abito ancora più prezioso indossandolo come fosse un capitolo della loro storia. Fra strascichi di tulle da sposa, lunghi mantelli, pantaloni aderenti e gonne fascianti, fra giacche ampie e giochi di colore che esplodono all’improvviso dopo il bianco e il nero, le donne di I/Deal hanno portato sulla passerella se stesse. E il pubblico, mentre la musica scandiva l’incedere dei loro pensieri un passo dopo l’altro, si è commosso per quella bellezza speciale. Non abiti ma persone che indossano abiti. Standing ovation e tanta condivisione per quel momento di armonia: un dono per tutti.