Il Consiglio Ue, organo decisionale dell’Unione, ha dato via libera alle modifiche apportate all’Italia ai target per la richiesta della quarta rata del Pnrr. Il piano modificato dell’Italia “riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi per l’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’aumento delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile”, rende noto il Consiglio Ue. La richiesta di modifica della quarta rata era stata presentata dall’Italia l’11 luglio e ha già incassato il sì della Commissione.
“Questa mattina insieme ai miei omologhi degli affari europei riuniti a Bruxelles per il Consiglio affari generali abbiamo adottato la decisione che accoglie definitivamente le richieste di modifica, presentate dal Governo italiano, di alcuni obiettivi relativi alla quarta richiesta di pagamento del Pnrr. Si tratta di un risultato molto importante che premia il lavoro svolto in questi mesi e che accogliamo con grande soddisfazione”, ha affermato il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. A fine ottobre dovrebbe essere versata all’Italia la terza rata da 18,5 miliardi di euro mentre la quarta è attesa per fine 2023. I fondi a disposizione dell’Italia ammontano complessivamente a 192 miliardi di euro, 122 miliardi in forma di prestiti e 69 miliardi come trasferimenti. Le prime due rate, già corrisposte, ammontano a 45 miliardi di euro. La prima, da 24 miliardi, risale all’agosto 2021, la seconda da 21 miliardi allo scorso novembre.
Oggi la Commissione Ue ha adottato la seconda relazione annuale sull’attuazione dello strumento di ripresa e resilienza al centro della NextGenerationEU. La relazione mostra i progressi compiuti nell’attuazione del Recovery Fund: finora, la Commissione ha erogato 153,4 miliardi di euro per la realizzazione degli investimenti e delle riforme concordate. Il rapporto mette in luce l’elevato livello di trasparenza dello strumento e informa sulle azioni della Commissione per rafforzare l’audit e il controllo del Recovery. La realizzazione complessiva del Recovery “è saldamente in corso”, sottolinea la portavoce Veerle Nuytys. “L’attuazione del Pnrr italiano è in corso, ma con un rischio crescente di ritardi. L’Italia ha presentato tre richieste di pagamento, che corrispondono a 151 tappe e obiettivi del piano e e che comportano un esborso complessivo di 42 miliardi di euro (riferito alle prime due richieste di pagamento presentate)”.
E’ quanto si legge nel capitolo dedicato all’Italia del secondo report annuale Ue sull’attuazione del Recovery Fund. “Procedere rapidamente con l’attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del Recovery in vigore fino al 2026”, si legge ancora nel documento.
“Dei 15 miliardi di misure escluse dal Pnrr, quasi il 50% sono nel Mezzogiorno e quindi è da capire con quali tempi queste risorse saranno neutralizzate. Il lavoro che sta facendo il Governo è cercare di garantire il finanziamento di queste misure attraverso i fondi di coesione”, sottolinea Luca Bianchi di Svimez in audizione sul Pnrr alle commissioni Bilancio riunite. “Non tutte le misure definanziate – aggiunge – erano oggetto di criticità nella relazione di maggio, in particolare a misure per Comuni e aree urbane”.