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Zelensky all’Onu: “Putin spinge a una guerra finale”. E lancia un “vertice mondiale sulla pace”

E’ stato accolto, poi congedato, dagli applausi dell’aula del Palazzo di vetro. Ed è stato il suo primo intervento in assoluto all’Assemblea generale dell’Onu. Il presidente ucraino Volodymr Zelensky ha iniziato il suo discorso intorno alle 20 ora italiana. In polo verde militare, ha puntato tutto su una “pace giusta” ma nel frattempo ha chiesto nuovi aiuti, come farà anche giovedì nella sua (seconda) visita alla Casa Bianca e al Congresso, dopo due importanti bilaterali a New York con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Davanti a decine di leader da tutto il mondo, ha ribadito che “Mosca non ha diritto ad avere armi nucleari”, con le quali “minaccia il mondo e non ha il diritto di farlo. Dissemina paure e minacce, guardate cosa ha fatto alla nostra centrale di Zaporizhzhia“. Il suo è stato un intervento tutto contro la Russia e sul bisogno dell’Ucraina di essere sostenuta contro l’invasione in difesa della carta dell’Onu, dell’ordine mondiale e della democrazia. E contro i potenziali aggressori di domani. Un appello condiviso anche poche ore prima nella stessa sede dal presidente americano Joe Biden, che ha insistito sulla volontà di Kiev e Washington di mettere fine al conflitto e sulla pervicacia di Mosca nello sbarrare la strada alla pace.

Il “vertice mondiale per la pace” – “La Russia sta spingendo il mondo verso la guerra finale”, ha detto, sottolineando che “l’Ucraina sta facendo di tutto per garantire che dopo l’aggressione nessuno al mondo oserà attaccare nessuna nazione”. “Dobbiamo fermarla – ha detto ancora riferendosi a Mosca – dobbiamo agire uniti per sconfiggere l’aggressore e concentrare le nostre capacità e energie nell’affrontare queste sfide”. Anche per questo ha annunciato che Kiev sta preparando un “vertice mondiale per la pace” al quale vuole invitare tutti i leader mondiali contrari all’”aggressione” dell’Ucraina. “A Hiroshima, Copenaghen e Gedda hanno avuto luogo importanti discussioni e scambi sull’attuazione di un piano di pace. E ora stiamo preparando un vertice mondiale sulla pace. Invito tutti voi – tutti coloro che non tollerano alcuna aggressione – a preparare congiuntamente questo vertice.

Zelensky poi ha accusato Mosca di avere causato un “genocidio” con la deportazione dei bimbi ucraini, aspetto peraltro al centro della missione di pace fortemente voluta da Papa Francesco attraverso il cardinal Zuppi. Ai bambini ucraini deportati in Russia, tema sul quale – ha detto – esistono prove, “viene insegnato ad odiare l’Ucraina”, ha denunciato, aggiungendo che Mosca porta avanti la sua guerra di aggressione non solo con le armi, ma trasforma “molte altre cose in armi”, come il cibo e l’energia. Mosca, ha continuato, usa “la mancanza di cibo sul mercato globale per ottenere in cambio il riconoscimento di alcuni, se non tutti, i territori occupati. La Russia sta usando i prezzi alimentari come un’arma”, ha aggiunto, affermando che l’Ucraina, dopo il blocco dell’accordo sul grano, sta lavorando per stabilire altre rotte e corridoi anche terrestri per esportare i prodotti alimentari ucraini, e chiedendo ai leader di sostenere queste iniziative. E dalla platea dell’assemblea generale dell’Onu, Zelensky ha invitato a sostenere l’Ucraina nel lanciare un corridoio temporaneo di esportazione marittima per garantire che i suoi prodotti alimentari arrivino sul mercato globale, dopo che Mosca non ha rinnovato l’accordo sul grano lungo le rotte del Mar Nero. Il presidente ucraino ha definito “allarmante” vedere come alcuni Paesi europei “recitino la solidarietà nel teatro politico“, riferendosi agli annunci di Polonia, Slovacchia e Ungheria sulle restrizioni alle importazioni di grano ucraino.

L’Assemblea Onu – L’appello a sostenere l’Ucraina è stato condiviso anche dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ed è arrivato sullo sfondo dell’ennesima crisi internazionale: anche questa volta nell’ex spazio sovietico, con la riesplosione del conflitto nel Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian sotto l’ombra lunga del Cremlino. Tra gli altri, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha rilanciato la necessità del dialogo per raggiungere la pace, evitando di “dividere il mondo in due blocchi e tornare alla guerra fredda” mentre l’omologo turco Recep Tayyp Erdogan si è impegnato davanti all’assemblea generale a “rafforzare” i suoi sforzi diplomatici per porre fine alla guerra “nel rispetto dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.