I partiti europei si spaccano, di nuovo, sulla questione migratoria e dopo lo stallo in Consiglio europeo sul testo che regolamenta la crisi ecco che arriva anche la sospensione del negoziato sul testo per il database europeo per le richieste d’asilo e sul testo sullo screening congiunto degli arrivi. A motivare la decisione è stata l’eurodeputata del gruppo S&D Elena Yoncheva al termine dell’incontro del gruppo di contatto sull’asilo che si è tenuto a Bruxelles: lo stop è legato allo “stallo al Consiglio Ue a sul negoziato al testo sulla regolamentazione delle crisi migratorie”. E i 27 non sono ancora arrivati a un punto d’incontro nemmeno su un tema che sembra in realtà mettere d’accordo la gran parte delle cancellerie europee: una nuova missione navale nel Mediterraneo.

“Abbiamo appreso con rammarico che gli sforzi della presidenza” di turno spagnola “per raggiungere un mandato negoziale del Consiglio sul regolamento sulla crisi sono in fase di stallo”, ha spiegato Yoncheva in una nota con la quale ha annunciato la decisione del gruppo in Plenaria di sospendere i negoziati. “Il Parlamento ha più volte sottolineato il suo impegno verso una riforma globale della politica di asilo e migrazione dell’Unione europea, ma ciò è possibile solo se vengono affrontati tutti gli aspetti di questa riforma, anche per quanto riguarda la solidarietà e l’equa condivisione di responsabilità tra gli Stati membri dell’Ue. È quindi con grande rammarico che oggi abbiamo informato la presidenza di turno della nostra decisione di sospendere i negoziati con il Consiglio sui regolamenti Eurodac e sullo screening in assenza di un mandato del Consiglio sulla regolamentazione delle crisi. Negli ultimi mesi, il Parlamento europeo ha manifestato in diverse occasioni al Consiglio la propria disponibilità a reagire in caso di mancato progresso sulle proposte legislative legate alla solidarietà. Non è una decisione che abbiamo preso alla leggera, ma è necessaria. I dossier del Patto sono interconnessi e fare progressi su alcune proposte piuttosto che su altre rischia di portare a un blocco dei negoziati“.

Dalle informazioni trapelate, confermate dalle parole contenute nel comunicato di Yoncheva, emerge che a creare la rottura è l’ostruzionismo dei governi di destra, in particolar modo quelli dell’est Europa, sul tema della condivisione dell’accoglienza, della solidarietà tra Stati europei e sulla redistribuzione. Un punto sul quale, a dire il vero, anche Paesi come Germania e Francia, che negli anni passati sono stati in prima linea nella condivisione dell’accoglienza, hanno fatto pubblicamente più di un passo indietro.

Intanto, sul tema delle missioni navali nel Mediterraneo la Commissione europea, attraverso i propri portavoce, fa sapere che nessun accordo è stato ancora raggiunto: “Non entriamo in dettagli e non commentiamo idee o proposte che emergono a livello nazionale. Ricordo che qualsiasi missione europea è uno strumento di politica estera e di sicurezza comune. Qualsiasi decisione su queste missioni è nelle mani dagli Stati membri e va presa all’unanimità dei 27 – ha detto il portavoce del Servizio Esterno dell’Ue, Peter Stano – Al momento non c’è alcuna decisione europea su missioni navali”.

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