Un pentimento che “vale poco” e un risarcimento alle vittime di “poche centinaia di euro” che non regge il confronto con i loro guadagni. L’unica intenzione era solo sopraffare gli altri. Il pm di Milano Francesca Crupi ha chiesto 8 condanne, tra cui una a 5 anni e 8 mesi per il trapper 21enne Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, e un’altra a 4 anni e 8 mesi per Baby Gang, ossia Zaccaria Mouhib, anche lui noto trapper 22enne, nel processo milanese con rito abbreviato con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi. Gli imputati erano stati arrestati nell’ottobre dell’anno scorso.
La pena più alta, 6 anni, è stata chiesta per Faye Ndiaga, colui che materialmente gambizzò i due senegalesi. L’accusa principale, a livello di entità delle pene richieste, nel processo è quella di rapina aggravata (alle due vittime, secondo l’accusa, venne portato via un borsello). Il pm nel suo intervento, davanti ai giudici della VII penale (Tremolada-Gallina-Pucci), ha messo in luce l’intento di “sopraffazione” del gruppo, imputati che non hanno rubato perché “hanno bisogno di soldi, come testimoniano i loro contratti e i loro cachet”. La difesa, coi legali Niccolò Vecchioni e Jacopo Cappetta, punterà a far cadere proprio quella contestazione.
Il pm Crupi, titolare della più ampia inchiesta condotta da polizia e carabinieri con al centro le violenze e una faida tra gruppi di rapper (è già in corso un processo abbreviato anche su questo capitolo), aveva chiesto il processo nei mesi scorsi per gli imputati, che erano stati arrestati nell’ottobre 2022. Le accuse contestate a vario titolo, e in concorso con due minorenni (procedimento separato), sono di rissa, rapina, lesioni aggravate e porto abusivo di arma da sparo, ovvero una pistola che venne usata quella notte dal gruppo e che non fu più trovata.
In particolare, la Procura ha anche chiesto 4 anni e 8 mesi per Eliado Tuci e Pape Loum, e poi 3 anni e 8 mesi per Mounir Chakib, detto “Malippa”, il manager dei trapper. E ancora 4 anni e 4 mesi per Alassane Faye e Andrea Rusta. Il pm nella sua requisitoria ha evidenziato che agli imputati, salvo Chakib, non vanno riconosciute le attenuanti generiche per il “contesto generale delle loro azioni fino a luglio 2022”, tra cui gli episodi della nota “faida” col gruppo rivale di Baby Touché, che fu anche sequestrato, per l’accusa, ma non denunciò.
L’ultima “resipiscenza” degli imputati davanti a giudici, tra cui le parole, nel senso di un cambio di vita, pronunciate da Baby Gang in udienza (ha ottenuto nelle scorse settimane di uscire la sera per andare a cantare in un concerto all’Ippodromo), secondo il pm, “vale poco“. Il gruppo, tra l’altro, al termine di un’udienza, ha spiegato il magistrato, avrebbe anche “avvicinato la persona offesa”, ossia uno dei due senegalesi, “sulle scale del Tribunale”. Gli imputati hanno risarcito i feriti, ma per la Procura “si è trattato di qualche centinaio di euro dato a testa, niente in confronto dei loro cachet“. Baby Gang ha già patteggiato a Monza per una pistola (non quella che sparò) che gli fu trovata quando venne arrestato. Per Simba, poi, nell’altro processo sulla “faida” la Procura ha già chiesto una condanna a 4 anni e mezzo.