Oltre settemila euro al mese per essere assenti quando si discutono i provvedimenti per i cittadini. Accade nell’aula del consiglio regionale piemontese dove martedì 19 settembre, per la prima volta nel corso di questa legislatura, la seduta è stata cancellata per mancanza del numero legale. Non si è trattato di uno sgambetto delle minoranze, ma a rimanere vuoti sono stati i banchi della stessa maggioranza. Tredici assenze nel centrodestra, appello andato a vuoto per due volte di fila e la seduta è stata cancellata. Ma non si tratta di un caso isolato. Dall’inizio della legislatura il numero legale è saltato in 95 occasioni su 270 sedute. E nel corso di quest’anno la maggioranza non è riuscita ad approvare i suoi stessi provvedimenti a causa della mancanza dei consiglieri per ben 30 volte su 47. Con quali effetti? Dal registro dei tumori alla giornata del valore alpino: sono tanti i temi di cui il consiglio avrebbe dovuto discutere, ma a causa delle assenze non è riuscito a farlo. O meglio, ha dovuto posticiparlo.
Qualche esempio. A giugno di quest’anno il numero legale è saltato in occasione della discussione sul Registro Tumori. Uno strumento essenziale per la sanità piemontese, è ancora fermo al 2012. Ma la maggioranza non si è presentata: solo 18 presenti, cinque in meno del numero legale. Così il voto è stato rinviato. Ma gli esempi sono tanti e hanno riguardato la discussione sulla riforma della legge elettorale o quella sull’istituzione del nuovo ospedale Asl To 5. Ma anche proposte di legge volute dagli stessi membri della maggioranza. È il caso della votazione sull’istituzione della Giornata regionale del Valore Alpino proposta da un consigliere di Fdi: alla prima votazione nel giugno dell’anno scorso è mancato il numero legale.
“L’assenteismo è inaccettabile soprattutto se lo fanno i consiglieri che sono stati eletti per governare questa regione. In un’azienda privata questi signori sarebbero stati licenziati” ha tuonato sulle colonne de La Stampa il presidente (leghista) del consiglio Regionale Stefano Allasia. “Ritardi e imprevisti possono sicuramente accadere e si possono tollerare per una decina di minuti ma di fronte a una situazione che rischiava di aggravarsi era giusto dare un segnale chiaro e adesso spero che i capigruppo raccolgano quest’appello alla responsabilità”. Una strigliata che sembra essere arrivata a destinazione tra i banchi della maggioranza. “Probabilmente si è arrivati a questa situazione perché con l’avvicinarsi delle elezioni (si vota nel 2024 per le regionali) i consiglieri provano ad andare alla ricerca di preferenze sui territori” spiega a ilfattoquotidiano.it Alberto Preioni che guida il gruppo di ventidue consiglieri leghisti in aula. “Non possiamo chiedere agli assessori e alla Giunta di essere presenti in consiglio perché sono impegnati nelle attività di governo, ma certi nostri consiglieri vanno strigliati”.
“Tutta la legislatura è stata caratterizzata dall’assenteismo della Giunta e dalla difficoltà della maggioranza di tenere il numero legale. Quasi mai siamo partiti con puntualità sempre per mancanza del numero legale da parte della maggioranza. Cirio? Mai visto” racconta a ilfattoquotidiano.it il consigliere regionale e segretario regionale PD Domenico Rossi. I dati del portale della Regione sembrano confermarlo: il presidente Cirio ha partecipato soltanto al 24 per cento delle discussioni e all’1 per cento delle votazioni. Numeri che, secondo il consigliere dem, rappresentano il sintomo “della mancanza di rispetto della destra verso il consiglio considerato una perdita di tempo e non l’istituzione che rappresenta i piemontesi. L’avvicinarsi della campagna elettorale ha fatto saltare gli equilibri: i consiglieri di maggioranza non ci stanno a farsi relegare in aula mentre gli assessori sono sul territorio a cercare preferenze. Faremo di tutto per spiegare ai cittadini che al Piemonte serve un cambiamento”. Mancano pochi mesi alle urne ma “la campagna elettorale sembra essere già iniziata con alcuni consiglieri che hanno capito che non avranno possibilità di rientrare in consiglio e hanno abbandonato i lavori del consiglio” racconta a ilfattoquotidiano.it la consigliere regionale del Gruppo Misto Unione Popolare Francesca Frediani. “Questa legislatura è stata contraddistinta dall’assenza totale del Presidente e da alcuni esponenti della giunta che forse considerano le discussioni in consiglio come un fastidio. Così si lancia un pessimo messaggio nei confronti degli elettori”.