“Come ho reagito quando mi è stato comunicato dell’amputazione? Ho iniziato a tossire senza sosta. Ho solo pianto e ho capito che non c’era altra via d’uscita”. Inizia così il toccante racconto dell’ex pattinatore russo e campione olimpico Roman Kostomarov, 46 anni, sopravvissuto ad una polmonite bilaterale che lo ha ridotto in coma e ha costretto i medici ad amputargli mani e piedi per salvargli la vita. Un calvario che la leggenda del pattinaggio ha deciso di raccontare per la prima volta in tv ospite di una popolare trasmissione russa condotta da Lera Kudryavtseva. “Sepsi, cancrena, amputazione. Più precisamente, amputazioni multiple. Queste terribili parole non sono solo termini per te, sono il tuo orrore, fisico e mentale – gli ha detto la conduttrice con le lacrime agli occhi -. La tragedia di un uomo, di un atleta, di una persona sana. La storia della tua malattia è un segreto medico, solo tu hai il diritto di rivelarla. Rom, dimmi come sei sopravvissuto”.
E Kostomarov ha ripercorso così le tappe dell’incubo che si è trovato a vivere, non risparmiando i dettagli e ricordando lo shock provato quando si è risvegliato dal coma e ha scoperto delle amputazioni al proprio corpo. “Urlavo di dolore, come se fossi stato operato vivo. All’inizio non puoi sollevare la testa dal cuscino, alzare il braccio ed è anche difficile sollevare la gamba mozzata. Non appena hanno iniziato a dispiacersi per me, io ho cominciato a piangere”. Tutto è iniziato il 10 gennaio, quando l’atleta è stato ricoverato per una polmonite bilaterale. In seguito, si è subito presentata una febbre altissima, insieme ad altri sintomi: da qui l’escalation drammatica, con Kostomarov che ha dovuto subire l’amputazione dei piedi e di parte delle braccia per contrastare la diffusione di un’infezione molto aggressiva. Sembra che l’infezione abbia cominciato a diffondersi rapidamente per tutti i distretti del suo corpo, provocando necrosi e cancrena dei tessuti. Questo ha portato i medici a procedere con l’amputazione. Secondo i media russi, nell’ultimo periodo Kostomarov aveva sottoposto il proprio corpo a stress considerevoli e a temperature rigide e potrebbero esser state queste condizioni a causargli la malattia.
“È tutto molto difficile — ha ammesso infine — a casa mi tolgo le protesi e piango quando guardo sul cellulare i nuovi numeri che provo a fare con mia moglie Oksana. Devo accettare che questa è la mia condizione e che lo sarà per sempre. Non importa cosa riusciranno a fare i medici o quali protesi installeranno, niente potrà sostituire le mie braccia e le mie gambe. Puoi ancora vivere senza gambe, ma come puoi vivere senza braccia? Tutta la vita è costruita su questo. Mi sono tatuato sulla mano che la morte fa parte della vita. In realtà l’ho già riscontrato”.