Khaled El Qaisi rimarrà in carcere almeno fino al 1 ottobre. La detenzione del cittadino italo-palestinese, arrestato il 31 agosto scorso al valico di frontiera di Allenby con la Giordania e rimasto nelle carceri israeliane senza un’accusa formale, è stata prolungata dalla decisione del giudice del tribunale di Rishon Le Tzion di rimandare l’udienza di 11 giorni, come comunicato dalla famiglia: “Il tribunale ha deciso che, al termine di questa lunga proroga, sempre finalizzata alla raccolta di elementi, entro un massimo di tre giorni a partire dal 1 ottobre, le investigazioni dovranno presentare delle accuse poiché il termine per questa forma di detenzione cautelare decadrebbe”.

Si tratta solo dell’ultimo rinvio da parte dei magistrati, dopo quello deciso il 14 settembre scorso. Arrestato lo scorso 31 agosto mentre rientrava con moglie e figlio da una vacanza in Palestina, al giovane è impedito di parlare con i familiari e con i propri legali. Una situazione che ha provocato sdegno in parte dell’opinione pubblica internazionale, anche italiana, con la nascita di un comitato per la scarcerazione del 23enne. El Qaisi, che studia all’Università La Sapienza di Roma, non ha alcun tipo di precedente e le autorità italiane sembrano non conoscere le ragioni della detenzione. I legali del giovane parlano di un totale spregio dei principi della civiltà del diritto da parte di Israele.

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