La sconfitta di sabato sera ancora brucia, ma l’argento dà stimoli e speranze. Fabio Balaso, 27 anni tra un mese, è il libero della Lube Civitanova e della nazionale italiana di pallavolo arrivata seconda agli Europei dopo la finale persa contro la Polonia. È il “ministro della difesa”, il perno della ricezione, “un ruolo che si nota meno, ma che negli ultimi anni è diventato fondamentale. Mi dà grandi soddisfazioni”. E molte se ne è tolte: tre scudetti con la Lube Civitanova, l’Europeo 2021 e il Mondiale 2022, al termine dei quali – oltre alla medaglia d’oro – ha portato a casa anche il titolo di miglior libero dei due tornei. Adesso si concede pochi giorni di pausa prima del ritiro con la nazionale, da giovedì a Cavalese, in vista del torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi.

Balaso, a pochi giorni di distanza dalla finale contro la Polonia, quale sensazione prova?
Resta ancora un po’ di rammarico, almeno personalmente. Siamo arrivati in finale, a un passo dal titolo che avrebbe confermato il nostro oro del 2021. Questa sensazione scivolerà via, perché sappiamo che comunque abbiamo fatto un bel percorso fino alla finale.

Si aspettava che la Polonia, con i suoi 11 punti in battuta, potesse darvi così fastidio?
Sapevamo della grande forza, ma non credevo potessero metterci così in difficoltà. Sono rimasto sorpreso.

A cosa pensava nei momenti più ardui, come nella fase di battute di Norbert Huber (5 ace per lui) che ha scompaginato la ricezione italiana?
In una finale ci sono tante emozioni e pensieri, non è mai semplice anche se ne abbiamo già giocate tante. Io personalmente ci metto anche quelle disputate con la Lube. C’era agitazione, anche se li avevamo studiati. Sono stati più efficaci.

Anche senza l’oro, questo è stato un Europeo in cui avete dimostrato grandi qualità nelle partite contro Olanda e Francia. Lei è uno di quelli che ha militato in azzurro prima della gestione De Giorgi. Cosa è cambiato rispetto a quegli anni?
Io ho vissuto anche l’epoca di Blengini (Gianlorenzo, suo allenatore alla Lube Civitanova adesso, ndr), salvo l’esperienza di Tokyo nel 2021. Rispetto a quella, penso che questa nazionale – fatta di ragazzi che hanno quasi tutti la stessa età – viva con più serenità e divertimento. Penso si veda quando siamo in campo, ma ci divertiamo anche quando siamo fuori. Questo aiuta.

Si dice anche che Ferdinando De Giorgi come allenatore vi chieda un grande impegno.
Sicuramente Fefé, che ho avuto come allenatore a Civitanova prima, è molto esigente e preciso, quasi pignolo. Non lascia nulla al caso. Lui punta molto sul fare bene le cose semplici e fondamentali, che possono essere determinanti nel nostro sport. Facendo le cose semplici la squadra migliora e, quando siamo in difficoltà, lui richiama all’attenzione su questi gesti.

Con l’assenza di Simone Anzani, sottoposto a controlli medici straordinari, lei si è trovato a essere il più anziano della nazionale senza aver compiuto ancora 27 anni. Com’è stato?
Sì, è stato strano trovarsi a essere il più anziano, ma non è cambiato molto. Sapevo che avrei avuto qualche responsabilità in più. Già con Simone eravamo entrambi coscienti di essere i più “anziani” e avere delle responsabilità, quindi davamo e diamo consigli ai più giovani.

A proposito di giovani, la vostra età media era di cinque anni inferiore rispetto a quella dei polacchi. Il ct De Giorgi ha affermato che il vostro gruppo ha due cicli olimpici in cui può essere ai massimi livelli.
Possiamo ancora crescere. Abbiamo le qualità e abbiamo anche l’età a nostro favore. Questo argento può darci una grande spinta a fare ancora meglio. Nei prossimi anni ci saranno alcune nazionali molto competitive e noi saremo tra quelle.

Il 21 settembre (oggi, ndr) tornate in ritiro a Cavalese in vista del torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, che disputerà in Brasile. Dopo un’estate in azzurro, tra Volley Nations League, tornei ed Europeo, non siete stanchi?
Le energie magari sono meno rispetto all’inizio, ma abbiamo ancora tanta voglia di fare bene. Sapevamo che l’estate non era ancora finita e vogliamo il pass immediato per le olimpiadi.

L’oro olimpico è l’unico che manca alla Federazione italiana di pallavolo. Quanta pressione sentite?
Per il momento pensiamo al prossimo passo, uno alla volta. Poi la pressione può esserci e ci sarà sempre, è normale. L’oro alle olimpiadi manca alla Federazione e all’Italia. Ma, ripeto, un passo alla volta.

Cosa dobbiamo aspettarci da questo torneo?
Sarà un girone impegnativo, dobbiamo tenere d’occhio il Brasile, come sempre, la Germania e il Canada, che sono squadre sempre toste da affrontare. L’obiettivo è arrivare tra le prime due del girone per andare a Parigi.

Le azzurre sono impegnate in questi giorni nel preolimpico dopo mille polemiche.
Auguro loro di ottenere il pass per Parigi, per orgoglio e per riscatto.

Foto Credit: De Sanctis-Galbiati-Rubin/FIPAV

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