L’invettiva di Salvini alla Camera di qualche giorno fa che ha definito un atto di arroganza quello dell’Austria – e cioè i limiti imposti al transito dei mezzi pesanti ai confini tra l’Italia e la Germania in vigore dal 2020 – si rivelerà un autogol come le precedenti iniziative prese assieme alle corporazioni dell’autotrasporto italiano.
L’attacco alla Presidente della Commissione Ue, rea di non aver firmato con l’Italia l’avvio della procedura d’infrazione alla Corte di Giustizia Europea, è una nuova dimostrazione di impotenza e di assenza di strategia politica nei trasporti. Sempre alla Camera, il Ministro ha affermato che Ursula Von der Leyen pontifica accoglienza e integrazione a Lampedusa a spese dell’Italia, blindando però il confine del Brennero. Già lo scorso marzo un ricorso, depositato dagli autotrasportatori italiani che denunciavano limitazioni “unilaterali” al transito stradale per i mezzi pesanti imposte dal Tirolo lungo l’asse del Brennero, è stato respinto dal tribunale europeo.
Salvini non vuole capire che la decisione degli austriaci di ridurre il traffico veicolare, in particolare di notte, ha come obiettivo la riduzione dell’inquinamento atmosferico sulle strade di un paese membro dell’Unione Europea. Tale obiettivo dovrebbe essere anche assunto dal governo italiano, mentre il ministro dei Trasporti sostiene esattamente il contrario. Per Salvini è prioritaria la libera circolazione delle merci a qualsiasi costo, anche a danno della salute e dell’ambiente, in questo caso alpino, anziché proporre sistemi e modelli di trasporto su ferrovia capaci di ridurre il numero dei tir che attraversano il Brennero. Il Ministro intende scontrarsi con gli austriaci che hanno lo scopo di far circolare le merci, ma soprattutto quello di tutelare la salute dei propri abitanti.
Se fosse un buon Ministro dei trasporti, Salvini, in base al principio di reciprocità, dovrebbe estendere queste limitazioni nel territorio alpino italiano, almeno fino a Bolzano. Già lo Stato italiano sta sussidiando, oltre ogni limite, la corporazione degli autotrasportatori con gli sconti sui pedaggi autostradali, sulle accise della benzina (0,15 cent) e gasolio (0,25 cent). Oltre che sul credito d’imposta sul gas e sugli incentivi per l’acquisto dei mezzi.
La corporazione c’è e difende le proprie prerogative con un legame stretto con la burocrazia ministeriale, che spinge il Ministro all’ennesima figuraccia europea.