Filmò un 53enne nella sua macchina avvolto tra le fiamme, poi postò il video sui social. Fu aperta un’indagine e l’autore del filmato che non fece nulla per aiutare la vittima dell’incidente fu individuato e indagato. Dovrà rispondere di omissione di soccorso. La vittima era Francesco Sandrelli (nella foto, ndr), pittore 53enne originario di Cortona (Arezzo) che rimase ferito gravemente mentre con la sua auto si trovava sul Grande raccordo anulare di Roma, e morì successivamente per le ustioni. L’accusa, dopo i termini di legge, potrà chiedere il processo
Le indagini della procura di Roma si sono concluse e la pm che le ha coordinate, Silvia Sereni, ha formalizzato l’accusa nei confronti dell’automobilista romano che “non si è fermato per prestare soccorso e non ha chiamato il 112”. Successivamente l’uomo aveva chiesto scusa e si disse “addolorato”: “Quando ho iniziato a filmare l’ho fatto solo perché da lontano avevo visto fumo e fiamme. Nei giorni precedenti avevo visto dei contenuti simili, proprio su quella pagina, e ho pensato ingenuamente di dare il mio contributo” aveva raccontato. Mentre riprendeva la scena di una persona in gravi difficoltà però l’autore delle immagini diceva “Ah zi’, hai pijato foco?… Senti che callo, mamma mia. Questo lo mandiamo a Welcome to favelas”. Cosa che successe. Il video fu rimosso dopo essere diventato virale. La polizia poi lo aveva rintracciato l’automobilista proprio grazie a Facebook.
Sandrelli, artista di fama internazionale, morì lo scorso 24 marzo in un ospedale romano dopo circa un mese di agonia in seguito al rogo della sua auto, avvenuto il 6 febbraio. Erano le 12 circa quando, all’altezza di Casal del Marmo, la sua auto iniziò a prendere fuoco, lui accostò lungo la corsia d’emergenza e scese. Le fiamme lo avvolgevano e Sandrelli tentò disperatamente di salvarsi cercando di spegnerle muovendosi avanti e indietro sulla carreggiata. Ma le ustioni che riportò furono gravissime e non gli lasciarono scampo. La chiusura delle indagini ha provocato la reazione del vicepresidente del Consiglio regionale toscano, il cortonese Marco Casucci. “Ci auguriamo che se ritenuto colpevole venga pesantemente sanzionato dalla legge. Il suo comportamento è da stigmatizzare con forza; guardare morire un uomo, senza battere ciglio, ed anzi riprendere la drammatica scena, è qualcosa di veramente abominevole“.