“La situazione dell’ex Ilva è grave. Lo sa la premier Meloni, lo sanno i ministri Fitto e Urso. Senza investimenti non c’è futuro”. L’allarme, l’ennesimo, arriva da Franco Bernabè, il manager di lungo corso e che rappresenta la proprietà pubblica (Invitalia) all’interno di Acciaierie d’Italia, dove ricopre la carica di presidente. Lo sfogo in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno in cui Benrabé afferma chelo stabilimento siderurgico più importante di Italia rischia di morire di inedia. “Il governo ha varato un provvedimento importante il 10 agosto, garantendo la continuità produttiva, ma servono altri passi. Bisogna garantire la sopravvivenza: le acciaierie non possono finanziarsi, non possono acquistare le materie prime, sussiste una forte sofferenza per i bassi livelli produttivi. Ripeto: l’urgenza è mettere subito a disposizione risorse”, afferma il presidente che è in carica all’ex Ilva dal luglio del 2021.

A stretto giro la replica del segretario generale della Uilm Rocco Palombella che ha inviato una lettera a Bernabè, per esprimere il proprio forte rammarico e dissenso rispetto alle parole utilizzate nell’intervista sul futuro dell’ex Ilva (di cui è socio di maggioranza il gruppo indiano Mittal). In particolare Palombella si riferisce alla frase “l’ex Ilva è in pericolo” e all’indicazione, come via d’uscita da questa drammatica situazione, di un’iniezione di ulteriori risorse finanziarie da parte dello Stato. In questi anni i vari governi hanno investito oltre un miliardo di euro di soldi pubblici, con assenza di risultati e una situazione produttiva, occupazionale e di sicurezza allarmante. “Per questo, scrive Palombella, non è accettabile che chi rappresenta lo Stato nel Cda e costituisce una garanzia per i lavoratori come Bernabè, non sia stato in grado di invertire la rotta in un’azienda con una gestione fallimentare”.

Palombella chiede quindi a Bernabe che “se è vero, come ha sempre detto, che all’interno del CDA non ha voce in capitolo, come mai per la seconda volta cerca di condizionare il Governo sulla necessità di finanziare un’azienda che fa acqua da tutte le parti, e non ne trae le conseguenze, abbandonando un incarico che non esercita in modo libero?” Il leader Uilm chiede che si “eviti ancora una volta di far bruciare risorse allo Stato senza una reale soluzione industriale ed occupazionale”. Invece, argomenta Palombella, “mi farei portatore di un altro messaggio: chiederei allo Stato di utilizzare quelle cospicue risorse per risarcire tutti i lavoratori per il danno che stanno subendo e che subiranno nei prossimi anni. In questo modo lo Stato risolverebbe i problemi dei lavoratori e i danni ambientali causati negli anni”.

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