Prende il via anche in Lombardia la raccolta firme per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare ‘Liberi Subito‘, elaborata e promossa dall’Associazione Luca Coscioni, per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. L’obiettivo è raccogliere 5mila firme autenticate e certificate di cittadini residenti nel territorio regionale entro la fine di gennaio. Lo scopo è quello di arrivare a una normativa di attuazione (procedure e tempi), secondo i principi dettati dalla Corte Costituzionale, per accedere ad una morte volontaria attraverso l’autosomministrazione del farmaco letale. Una volta raccolte e depositate le firme necessarie, l’Ufficio di Presidenza dovrà deliberare sull’ammissibilità della proposta di legge. Solo dopo il parere di ammissibilità, inizierà l’iter di discussione per l’approvazione della proposta.
“Con questa proposta di legge, chiediamo che siano stabilite regole e tempi certi per garantire i diritti costituzionali dei pazienti della Lombardia in materia di fine vita, in particolare per impedire che qualcuno debba subire, come una tortura, una sofferenza insopportabile contro la propria volontà”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscionidurante una conferenza stampa a Palazzo Lombardia a Milano per presentare l’avvio della raccolta firme.
“È chiaro – ha proseguito – che le norme sul fine vita non le fa la Regione, ma il servizio sanitario è responsabilità di Regione Lombardia. Ed è il sistema sanitario che deve stabilire delle regole. Noi chiediamo che queste regole siano date ascoltando non la propaganda di partito, ma le sofferenze delle persone malate che fanno queste richieste. I malati La proposta di legge ‘Liberi Subito’ è aperta a tutti i partiti, i movimenti e le organizzazioni che vorranno sostenerla e farla propria. Si tratta di una battaglia che coinvolge l’opinione pubblica, al di là di ogni schieramento politico. Non basterà raccogliere le 5mila firme di cittadine e cittadini lombardi necessarie per portare la legge in Consiglio Regionale: il nostro obiettivo è proseguire la mobilitazione nella società per chi ritiene sempre più intollerabile che una persona in condizioni di sofferenza estrema non possa scegliere per se stessa, ma sia costretta a subire decisioni di altri contro la sua volontà”, ha concluso Cappato.
La campagna di raccolta firme è stata già avviata e conclusa con successo in 5 regioni (Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia). Oltre a queste anche Sardegna e Marche hanno depositato la proposta, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Quindi sono 7 le Regioni già pronte a discutere la proposta. A breve verrà depositata anche in Basilicata e Lazio, grazie all’azione dei Comuni.