Aumentano gli attriti tra il governo guidato da Giorgia Meloni e i sindacati di polizia, dopo la lettera aperta firmata da tutte le organizzazioni sindacali nella quale si chiedeva un incontro per discutere una lunga serie di rivendicazioni. “Siamo già dovuti scendere in piazza durante il governo Berlusconi, e l’abbiamo fatto in 40mila – spiega Roberto Traverso del Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) – è chiaro che manifestare sarà l’ultima ratio, ma inevitabile se la premier continuerà a evitare un incontro”.
Al governo viene contestato un atteggiamento ambiguo, con abuso di retorica securitaria e ricorso a provvedimenti che richiedono maggiore impegno alle forze dell’ordine “senza risorse adeguate e con il contratto di lavoro scaduto da due anni”. Per i sindacati di polizia Giorgia Meloni “non può pensare di evitare il confronto con chi rappresenta lavoratrici e lavoratori che ogni giorno garantiscono sicurezza sul territorio”. Su 100mila operatori di polizia sono 90mila gli iscritti ai sindacati firmatari dell’appello, dei quali molti orientati a destra: “Qualcuno, non certo noi, si è stupito che alle dichiarazioni elettorali di questa maggioranza non seguissero fatti – spiega Traverso – ma queste richieste sono avanzate da tutti, indipendentemente dalle sigle, perché la sicurezza non può essere né di destra né di sinistra”.