Una profumazione genotossica presente in popolari bagnoschiuma, profumi, deodoranti, creme e shampoo? Eh sì, è proprio così. Si tratta di Lilial (BMHCA o Butylphenyl Methylpropional), una sostanza aggiunta per infondere il profumo di mughetto, che da marzo 2022 è vietata nei cosmetici perché può danneggiare il sistema riproduttivo umano, recare problemi alla salute di un feto e causare sensibilizzazione cutanea. Il lilial potrebbe quindi essere tranquillamente anche sulla mensolina del proprio bagno, all’interno del bagnoschiuma preferito.
In questi giorni in tutta la penisola italiana si susseguono notizie di ritiri da parte delle forze dell’ordine di prodotti molto diffusi, che contengono lilial, grazie anche alle numerose segnalazioni arrivate al Sistema dell’Unione europea di informazione e allerta rapida per i prodotti non conformi. Ad esempio, il 14 settembre sono state pubblicate varie segnalazioni, tra cui quelle per il Doccia crema Palmolive naturals – burro di karitè e il Doccia shampoo Intesa Sex Unisex.
È stata poi resa nota in questi giorni il comunicato del maxi sequestro a Pisa da parte della Guardia di Finanza di 2.000 cosmetici tossici (e di 10 persone denunciate). Le autorità hanno anche riportato che alcuni prodotti per l’igiene personale presentavano adesivi ed etichette apposte per oscurare la lista degli ingredienti contente il butylphenyl methylpropional. Un po’ come fanno i bimbi quando combinano un guaio: una coperta per coprire le prove…
La dottoressa Paola Beria, chimica, scrittrice e cosmetologa, allerta i consumatori e in particolare i genitori: “Lilial è una fragranza sintetica, un’aldeide largamente impiegata da anni nel settore cosmetico per il suo profumo che ricorda il mughetto. Nonostante la classificazione come sostanza che danneggia il DNA e il divieto di utilizzo da parte della Commissione Europea che risale ad anni fa, stupisce e preoccupa il fatto che possiamo ancora trovarlo oggi in molti prodotti in vendita destinati non solo agli adulti, ma anche ai bambini, categoria come sappiamo ancora più a rischio per la maggior recettività”.
Capiamo bene il perché di questi ritiri e come sono andate le cose. Da tempo si parla della pericolosità di questa sostanza. Grazie ad un aggiornamento degli allegati del regolamento UE 1223/2009 sui prodotti cosmetici, le case produttrici avrebbero avuto come scadenza massima per smaltire i prodotti con lilial fino a marzo 2023, data però ampiamente superata come è evidente dalla massiccia presenza di questa profumazione nei cosmetici dei fornitori della GDO.
Lilial rientra oggi nell’Allegato II del regolamento UE che indica le sostanze vietate; prima era solo limitata la percentuale di utilizzo, essendo presente nell’Allegato III. Questo cambio certifica quindi la sua tossicità e azione genotossica. E noi cosa dovremmo fare a questo punto? La domanda sorge spontanea.
Oltre ad evitare di acquistare nuovi prodotti che contengono questa essenza, meglio analizzare subito le etichette dei cosmetici presenti in casa per controllare se è presente nell’elenco degli ingredienti. Per agire in tal modo serve avere a portata di mano una lente di ingrandimento. Va bene anche uno smartphone: in questo caso basterà scattare una foto sulla zona dell’INCI, ovvero la lista ingredienti, per poi guardarla ingrandita.
Se dovessimo scovare lilial, butylphenyl methylpropional, o Bmhca, è necessario un drastico e legittimo gesto: meglio scartare il prodotto e smaltirlo in modo corretto nella raccolta differenziata domestica. Ovviamente non va bene svuotare i flaconi nei lavandini, dato che l’azione genotossica agisce sugli animali acquatici.