Le risorse destinate dal Pnrr all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 e che ammontano pari a 12,66 miliardi di euro rischiano di essere un buco nell’acqua e non sono certo sufficienti per ridare un nuovo volto alle nostre scuole dove, nel frattempo, si sono verificati 61 crolli solo nell’ultimo anno. “Un numero mai visto prima d’ora”, dice Adriana Bizzarri, responsabile istruzione di Cittadinanzattiva che stamattina nell’ambito del festival della partecipazione a Bologna, ha presentato in sala “Biagi”, l’annuale rapporto (il ventunesimo) sulla sicurezza nelle aule e nelle università. Pagine che puntano on decisione il dito contro il governo Meloni, a partire dalla mancata convocazione dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica mai più riunito dal 2021; dal mancato aggiornamento dell’anagrafe (da settembre 2022) e la denuncia dei risultati, mai resi noti, della mappatura satellitare degli edifici risalente al ministro Bussetti. Non solo. Cittadinanzattiva punta gli occhi anche sull’effetto Covid: non risultano ancora riutilizzabili laboratori (57%), aule multiuso (46%), palestre (36%), refettori (19%).
Ma la voce grossa, l’associazione capitanata dalla segretaria generale Anna Lisa Mandorino, la fa sul tema Pnrr. Da Bologna viene lanciato un appello sul rischio dell’utilizzo dell’appalto integrato sulla base del solo progetto di fattibilità tecnica economica: “È stato vietato – spiega Bizzarri – negli appalti pubblici e solo recentemente reintrodotto dal Decreto Semplificazione Bis(2022) in deroga all’articolo 59 del Codice per la realizzazione delle sole procedure afferenti agli investimenti pubblici finanziati, in tutto o in parte, con risorse del Pnrr e del Pnc.”
Il rischio espresso dai professionisti è quello di “ovviare al ritardo accumulato dal Ministero a favore di un più sbrigativo “Appalto Integrato” sulla base del solo progetto preliminare. A sottolineare il problema è proprio il rapporto di Cittadinanzaattiva: “Affidare allo stesso operatore sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori vuol dire demandare a chi costruisce il compito di sviluppare il progetto nella consapevolezza che gli interessi economici prevarranno su quelli qualitativi”. Altra questione: quella legata ai finanziamenti per la realizzazione dei poli 0-6. Secondo i dati riportati nel rapporto si è arrivati alla copertura dei fondi disponibili e al raggiungimento dell’obiettivo del 33%. Il Consiglio d’Europa, però, ha già spostato l’asticella al 45% entro il 2030 per i servizi 0-3.
Ai tre miliardi di risorse del Pnrr (2,4 per asili nido e 600 milioni per le scuole dell’infanzia), si aggiungono ulteriori 108 milioni dal ministero dell’Istruzione, per un totale di 3.108.496.490,50 euro. Si dovrebbe così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti. “Il timore –spiega Bizzarri – è che i ritardi accumulati con la riapertura di bandi potrebbero incidere sul raggiungimento degli obiettivi finali e la preoccupazione nel tardivo avvio della ricerca, formazione e selezione del personale educativo necessario (32.000 educatori) per garantire il funzionamento delle nuove strutture”. Ma c’è anche il caso dei fondi per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole: nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,900 miliardi di euro. “Ma per questo intervento – cita il rapporto – il documento del governo del 27 luglio 2023 segnala che a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime verrà diminuito il numero previsto di edifici. Purtroppo, al momento, non si dispone di informazioni più precise al riguardo”. Secondo Bizzarri e il suo staff i soldi del Pnrr non basteranno proprio a rimettere in sesto l’intero patrimonio edilizio scolastico basti pensare alle palestre: i Comuni che hanno presentato 2.281 progetti per palestre da ristrutturare o nuove e ne hanno visti finanziati 344, pari al 15,08%.
Scuola
Cittadinanzattiva, il rapporto sulla sicurezza nelle scuole: “Quest’anno crolli record”. Effetto Covid, 57% dei laboratori non ripristinati
Le risorse destinate dal Pnrr all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 e che ammontano pari a 12,66 miliardi di euro rischiano di essere un buco nell’acqua e non sono certo sufficienti per ridare un nuovo volto alle nostre scuole dove, nel frattempo, si sono verificati 61 crolli solo nell’ultimo anno. “Un numero mai visto prima d’ora”, dice Adriana Bizzarri, responsabile istruzione di Cittadinanzattiva che stamattina nell’ambito del festival della partecipazione a Bologna, ha presentato in sala “Biagi”, l’annuale rapporto (il ventunesimo) sulla sicurezza nelle aule e nelle università. Pagine che puntano on decisione il dito contro il governo Meloni, a partire dalla mancata convocazione dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica mai più riunito dal 2021; dal mancato aggiornamento dell’anagrafe (da settembre 2022) e la denuncia dei risultati, mai resi noti, della mappatura satellitare degli edifici risalente al ministro Bussetti. Non solo. Cittadinanzattiva punta gli occhi anche sull’effetto Covid: non risultano ancora riutilizzabili laboratori (57%), aule multiuso (46%), palestre (36%), refettori (19%).
Ma la voce grossa, l’associazione capitanata dalla segretaria generale Anna Lisa Mandorino, la fa sul tema Pnrr. Da Bologna viene lanciato un appello sul rischio dell’utilizzo dell’appalto integrato sulla base del solo progetto di fattibilità tecnica economica: “È stato vietato – spiega Bizzarri – negli appalti pubblici e solo recentemente reintrodotto dal Decreto Semplificazione Bis(2022) in deroga all’articolo 59 del Codice per la realizzazione delle sole procedure afferenti agli investimenti pubblici finanziati, in tutto o in parte, con risorse del Pnrr e del Pnc.”
Il rischio espresso dai professionisti è quello di “ovviare al ritardo accumulato dal Ministero a favore di un più sbrigativo “Appalto Integrato” sulla base del solo progetto preliminare. A sottolineare il problema è proprio il rapporto di Cittadinanzaattiva: “Affidare allo stesso operatore sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori vuol dire demandare a chi costruisce il compito di sviluppare il progetto nella consapevolezza che gli interessi economici prevarranno su quelli qualitativi”. Altra questione: quella legata ai finanziamenti per la realizzazione dei poli 0-6. Secondo i dati riportati nel rapporto si è arrivati alla copertura dei fondi disponibili e al raggiungimento dell’obiettivo del 33%. Il Consiglio d’Europa, però, ha già spostato l’asticella al 45% entro il 2030 per i servizi 0-3.
Ai tre miliardi di risorse del Pnrr (2,4 per asili nido e 600 milioni per le scuole dell’infanzia), si aggiungono ulteriori 108 milioni dal ministero dell’Istruzione, per un totale di 3.108.496.490,50 euro. Si dovrebbe così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti. “Il timore –spiega Bizzarri – è che i ritardi accumulati con la riapertura di bandi potrebbero incidere sul raggiungimento degli obiettivi finali e la preoccupazione nel tardivo avvio della ricerca, formazione e selezione del personale educativo necessario (32.000 educatori) per garantire il funzionamento delle nuove strutture”. Ma c’è anche il caso dei fondi per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole: nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,900 miliardi di euro. “Ma per questo intervento – cita il rapporto – il documento del governo del 27 luglio 2023 segnala che a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime verrà diminuito il numero previsto di edifici. Purtroppo, al momento, non si dispone di informazioni più precise al riguardo”. Secondo Bizzarri e il suo staff i soldi del Pnrr non basteranno proprio a rimettere in sesto l’intero patrimonio edilizio scolastico basti pensare alle palestre: i Comuni che hanno presentato 2.281 progetti per palestre da ristrutturare o nuove e ne hanno visti finanziati 344, pari al 15,08%.
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Verona, 13 mar. (Adnkronos) - "Grazie alla delega del presidente Orsini alla Blue Economy e all’opportunità che il governo ha offerto con la nomina di un Ministro del Mare, in Confindustria abbiamo avviato un percorso sinergico che mira a un nuovo approccio di politica industriale strutturato su tre driver strategici: vettori e flotte, persone e competenze, infrastrutture e portualità. Serve un piano di investimenti per l’ammodernamento delle flotte, favorire l’adozione di tecnologie sostenibili e semplificazioni mirate per rendere la nostra bandiera competitiva, nonché sostenere il sea modal shift, spostando traffico su gomma dalla strada al mare". Così il presidente della Confederazione italiana armatori (Confitarma), Mario Zanetti, intervenendo a Verona, alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per trasporto, logistica sostenibile e servizi alle imprese promossa da Alis, in collaborazione con Veronafiere.
"Occorrono specifiche politiche sulla formazione - sottolinea - per soddisfare la nostra domanda di competenze e professionalità e così incidere sull’aumento di occupazione nella blue economy. Inoltre, penso che la riforma della governance portuale sia una grande opportunità per rilanciare il ruolo dell’Italia come hub logistico del Mediterraneo, migliorando la competitività e l’attrattività dei nostri porti e di conseguenza, del nostro Paese". Il presidente di Confitarma ha aperto il talk “Le prospettive per lo shipping e la portualità italiana” con uno speech che evidenzia la necessità, per l’Italia e l’Europa di adottare “un approccio proattivo e integrato per affrontare le sfide del settore marittimo”.
“Solo attraverso una collaborazione stretta tra industria, governo e istituzioni europee - puntualizza Zanetti - possiamo garantire la competitività e la sostenibilità della nostra flotta. Il futuro dello shipping e della portualità italiana dipende dalla nostra capacità di innovare, investire e adattarci ai cambiamenti globali”. Un settore composito, quello dello shipping, che “crea e porta valore". Un settore importante per l’economia italiana, lo confermano i numeri: “Parliamo di un ecosistema che vale quasi 180 miliardi di euro di valore complessivo e rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale, oltre 230 mila imprese e più di un milione di occupati, che valgono circa 4 punti percentuali dell’occupazione nazionale - enumera Zanetti - Oltre il 60% dell’interscambio commerciale italiano avviene via mare, dimostrando la strategicità del settore marittimo”, sottolinea.
Zanetti si focalizza anche sulla necessità di “semplificare l’ordinamento marittimo nazionale e intervenire concretamente sulle politiche europee, come Ets e Fuel Eu Maritime, bilanciando sostenibilità e competitività” nell’ottica di “affrontare le sfide future ed evitare il flagging out verso registri navali più attrattivi e sostenuti a livello europeo”, dice.
Poi un passaggio sullo scenario globale: “Restrizioni imposte dalla guerra nel Mar Nero, crisi migratorie e conflitti nel Mediterraneo, attacchi Houthi nel Mar Rosso, conflitto Russo-Ucraino, e le recenti barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti - ricorda - In questi scenari geopolitici, considerando che il 95% delle navi mercantili mondiali viene costruito ormai da tempo fuori dall’Europa, è urgente un ripensamento delle politiche industriali europee di sostegno alla competitività delle imprese marittime anche dal punto di vista della costruzioni di navi, che includa anche un nuovo Green Deal - avverte - L’Europa e l’Italia possono svolgere un ruolo di leadership, favorendo politiche che consentano alle imprese di accompagnare la transizione energetica, ambientale e digitale in maniera efficace, così da sostenere anche la flotta esistente”, le sue parole.
Parigi, 13 mar. (Adnkronos) - La regina Camilla ha inviato una lettera a Gisele Pelicot, la donna francese che il marito ha fatto violentare per anni da decine di uomini, per "esprimerle la sua solidarietà ai massimi livelli". Lo ha riferito a Newsweek un collaboratore reale, aggiungendo che la sovrana, che lavora da anni per le vittime di violenza domestica, ha voluto riconoscere "la straordinaria dignità e il coraggio" della donna francese.
Dominique Pelicot ha ripetutamente drogato e violentato la moglie Gisèle per quasi un decennio, ha reclutato decine di uomini per fare lo stesso e ha filmato più di 200 di queste aggressioni in un caso che ha sconvolto la Francia e il mondo. E la regina "è rimasta profondamente colpita da questi fatti e dalla straordinaria dignità e dal coraggio di quella donna nel render pubblica la sua vicenda", ha affermato la fonte. "Naturalmente, ha contribuito a mettere in luce un problema sociale molto significativo, nonostante tutte le sofferenze personali che aveva attraversato".
"Quindi - prosegue la fonte reale - come sostenitrice di lunga data delle vittime di abusi domestici e sessuali, la regina ha scritto in privato a madame Pelicot, determinata a esprimerle al massimo il proprio sostegno." La lettera è un esempio del modo in cui Camilla intenda fare a livello globale ciò che fa regolarmente in Gran Bretagna - scrive il Newsweek - come dimostra la visita del 6 febbraio a Brave Spaces, a Exeter, nel sud-ovest dell'Inghilterra. L'organizzazione benefica spera di trovare una sede permanente, ma al momento offre supporto alle vittime di violenza domestica da una stanza sul retro del CoLab, uno sportello unico che fornisce servizi di supporto a una moltitudine di persone vulnerabili.
Quando la busta con il sigillo della famiglia reale britannica è arrivata insieme a migliaia di lettere di sostegno, la signora Pelicot "era sbalordita, commossa e molto orgogliosa di vedere che era riuscita a portare la sua battaglia fino alla famiglia reale britannica", ha detto a Le Monde l'avvocato della donna, Antoine Camus.
Il processo per stupro di massa, durato tre mesi in Francia lo scorso autunno, ha visto 51 uomini condannati per un totale di 428 anni. L'elettricista in pensione Pelicot è stato incarcerato alla pena massima di 20 anni. La 72enne, che The Independent ha definito la donna più influente del 2025, ha coraggiosamente scelto di rinunciare all'anonimato durante il processo che si è svolto nel villaggio di Mazan, nel sud-est della Francia.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - "In merito all'accusa del sangue pubblicata dalla 'Commissione d'inchiesta': è uno dei peggiori casi di accusa del sangue che il mondo abbia mai visto (e il mondo ne ha visti molti). Accusa le vittime dei crimini commessi contro di loro. Hamas è l'organizzazione che ha commesso orrendi crimini sessuali contro gli israeliani. È davvero un documento malato che solo un'organizzazione antisemita come l'Onu potrebbe produrre". Lo ha scritto su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Oren Marmorstein.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Si terrà la prossima settimana, probabilmente giovedì 20 marzo, una seduta straordinaria della Camera dei deputati di tre ore e mezza per discutere le mozioni delle opposizioni sull'emergenza carceri. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Ramallah, 13 mar. (Adnkronos) - Secondo la Società dei prigionieri palestinesi e la Commissione per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri, almeno 25 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane durante le ultime incursioni nella Cisgiordania occupata. Tra gli arrestati ci sono una donna e diversi ex prigionieri, si legge nella dichiarazione congiunta su Telegram. Aumentano gli arresti a Hebron, dove secondo l'agenzia di stampa Wafa oggi sono state arrestate 12 persone, tra cui 11 ex prigionieri.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Non c'è stato l'affidamento da parte del governo di infrastrutture critiche del Paese a Starlink" e "come già rassicurato dal presidente Meloni ogni eventuale ulteriore sviluppo su questa questione sarà gestito secondo le consuete procedure". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in Senato rispondendo a una interrogazione del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Per quel che riguarda il piano 'Italia a 1 giga', "con riferimento alle aree più remote, il governo sta valutando con Starlink e altri operatori l'ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo in Senato a una interrogazione del Pd.
"Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune regioni italiane - del nord, del centro e del sud - per sperimentare la fornitura di un 'servizio space-based' rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, si ribadisce che non sono stati firmati contratti nè sono stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio", ha chiarito Ciriani.