Giù le mani dalla pista da bob di Cortina, perché le Dolomiti sono patrimonio del Veneto, e guai agli austriaci che vorrebbero appropriarsi della disciplina olimpica. Anzi, sarebbero pronti a “scipparla”. A dirlo è Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, in consiglio regionale. Lo ha fatto per difendere il governatore del Veneto Luca Zaia dalle accuse delle minoranze riguardanti l’ostinato rifiuto di accettare la proposta di Innsbruck di ospitare le gare dei Giochi 2026, proprio mentre due gare per individuare un’azienda costruttrice sono andate a vuoto. Zaia, per non restare con il cerino in mano nel momento in cui i gruppi Webuild e Pizzarotti non hanno aderito all’invito, ha detto: “Il Veneto non governa e non finanzia la pista da bob, ciò non toglie che se qualcuno ha la bacchetta magica per sciogliere la questione si faccia vivo”. La frase denota la preoccupazione del presidente di non essere additato come il principale responsabile di una scelta che si sta rivelando sempre più problematica e inconcludente, oltre che onerosa (124 milioni di euro). Zaia ha infatti aggiunto: “Dopo mesi è arrivata da Innsbruck una proposta per 17 milioni di euro, cui però vanno aggiunte altre spese che fanno lievitare il costo”.
È su queste parole che Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde, si è agganciata per contestare Zaia. “Il costo di noleggio della pista, compresi servizi tecnici e attrezzature, è stato calcolato in 12,5 milioni di euro, non 17, come detto dal presidente del Veneto. La causa del flop è nei ritardi accumulati dalla Regione, due anni e mezzo per l’avvio degli studi e un balletto per trovare le risorse economiche, smentendo la dichiarazione da cui tutto ebbe inizio: ‘La pista da bob la paga la Regione Veneto’”. In realtà a pagare sono gli italiani. In soccorso del presidente è così intervenuto Villanova, che ha messo le mani della Lega sulla pista e ha additato “chi, ormai con evidenza, fa il tifo con i pessimisti, sperando evidentemente che il nostro Veneto e i territori comunali abbiano meno ricadute e risorse”. Rivendicazione di primogenitura, seppur con certa cautela. “La questione non è di nostra competenza, visto che è in capo alla Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico, ndr). Ma noi vogliamo difendere le Olimpiadi e quanto il Veneto ha saputo guadagnarsi”.
Poi ha aggiunto che i soldi chiesti dagli austriaci sono di più. “Con le spese relative al villaggio olimpico, le sedi dei media, del cablaggio TV o del satellite, si raggiungono i 17 milioni di euro correttamente citati da Zaia, ma sicuramente ci si avvicina anche ai 20 milioni. Una cifra che il Governo e le istituzioni coinvolte nei Giochi Olimpici dovrebbe, secondo la Guarda, essere donata all’Austria”. Poi l’affondo finale. “L’Austria non solo ne avrebbe un ritorno economico, ma scipperebbe alle nostre Dolomiti la possibilità di ospitare una parte importante delle Olimpiadi. Le logiche politiche, a nostro modo di vedere, devono stare ben lontani da questa fase organizzativa: l’auspicio è che il bob possa essere realizzato a Cortina, dando così vita ad un indotto formidabile sia per la comunità dell’Ampezzo che per il Veneto”. Insomma la Lega, che ha Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture, non vuol mollare la pista da bob, che Zaia ha sempre indicato come l’opera simbolo delle Olimpiadi. Dopo il “mercoledì nero” del commissario di governo Lugivalerio Sant’Andrea, che non ha ricevuto risposte dalle imprese invitate a impegnarsi nella costruzione dello Sliding Centre, il silenzio continua ad avvolgere Simico dove continuano i tentativi di convincere Webuild o il gruppo Pizzarotti ad accollarsi l’appalto.
In attesa che arrivi la settimana della verità, Cortina si prepara a celebrare una giornata di pacifica protesta. Domenica 24, per iniziativa di Cortina Bene comune, si tiene una manifestazione a cui hanno già aderito una ventina di organizzazioni che si occupano di tutela ambientale. L’appuntamento è per le 10.30 in piazza Dibona, dove sono previsti alcuni interventi che illustreranno il problema della pista da bob, da un punto di vista dell’ambiente, dei costi economici e dei tempi di realizzazione. Poi ci sarà una marcia fino alle recinzioni del cantiere, che non è ancora stato avviato. Intanto centinaia di cittadini hanno inviato una mail al presidente Luca Zaia, per invitarlo a rinunciare all’opera prima che l’appalto sia assegnato.