Cronaca

La Ryder Cup di golf lascia a piedi 50mila romani. Tre quartieri senza metropolitana per potenziare la linea che porterà alle gare

Un evento storico. Una festa indimenticabile. Non proprio per tutti: la Ryder Cup 2023 farà felice gli appassionati di golf italiani e soprattutto stranieri, ma un po’ meno i romani. Perché la tradizionale sfida tra i migliori giocatori europei e americani, al via il prossimo 29 settembre nella Capitale, lascerà senza metropolitana almeno 50mila abitanti e tre quartieri, per quattro giorni. Il Comune? Non ha abbastanza treni e i pochi che ci sono serviranno ad aumentare le corse a beneficio del pubblico della Ryder.

Per la manifestazione golfistica (che si fregia chissà quanto a ragione di essere il terzo evento sportivo del pianeta dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio) sono attese a Roma quasi 250mila persone e l’organizzazione ha approntato un piano ambizioso di mobilità in direzione Guidonia, 30 chilometri a est della Capitale, dove ha sede il campo “Marco Simone”. A parte vip e addetti ai lavori, nessuno potrà raggiungere direttamente il club della famiglia Biagiotti. Le auto andranno lasciate in tre appositi parcheggi di scambio, serviti da navette, a circa un’ora di distanza dal circolo. Ma la speranza è di convogliare il grosso dei tifosi sul trasporto su ferro, ovvero la metro B con capolinea a Ponte Mammolo, da dove è previsto un ulteriore servizio navetta.

Per farlo, in sinergia col Comune, è stata potenziata la metropolitana: la linea B, di solito ogni 10 minuti (quando va bene…), nei giorni dell’evento passerà con una frequenza di 5 minuti. Una specie di “miracolo” a Roma, già celebrato come uno dei tanti successi della Ryder Cup. Mica tanto. Proprio negli stessi giorni, il Comune di Roma ha annunciato la sospensione del servizio della linea parallela, la B1, per non meglio precisati “controlli e lavori di manutenzione necessari e urgenti su alcuni impianti di illuminazione delle gallerie e linee aeree”. Una coincidenza sospetta, che infatti non è per nulla una coincidenza: a quanto risulta al Fatto.it, la B1 viene chiusa proprio per potenziare l’altra linea che servirà la Ryder.

La metro B, che alla stazione di Bologna si divide in due (direzione Jonio o Ponte Mammolo), conta su una flotta complessiva di 34 treni. Di questi, però, solo 18/20 sono effettivamente in servizio: per assicurare la frequenza di 5 minuti necessaria all’evento, di cui si era a conoscenza da anni, ne sarebbero serviti 28. Ma gli altri sono in revisione, che non è stata completata per tempo a causa – assicura il Campidoglio – dei ritardi accumulati dalla precedente amministrazione, col solito rimpallo di colpe di sindaco in sindaco che si verifica sempre a Roma. Così si è deciso di sacrificare la B1, cogliendo l’occasione per effettuare dei lavori, che avverranno davvero ma non erano poi così urgenti se sono stati cadenzati in funzione del torneo.

Insomma, la mobilità della Ryder Cup verrà garantita a scapito del servizio ordinario ai cittadini, causando un enorme disagio ai residenti: tre interi quartieri (Trieste, Africano e Montesacro), che contano complessivamente più di 50mila abitanti, resteranno senza metropolitana dal 28 settembre all’1 ottobre (quindi compresi due giorni lavorativi), potendo contare solo su dei bus sostitutivi che però viaggiando su ruote resteranno impantanati nel traffico della Capitale, più impazzito del solito a causa del torneo. L’ennesima riprova della disorganizzazione dell’organizzazione della Ryder, costata allo Stato oltre 60 milioni di contributi pubblici (più i vari rabbocchi necessari negli ultimi mesi). E del fatto che Roma (l’Italia?) non sono pronti ad ospitare grandi eventi. Non riescono a garantire nemmeno i servizi più piccoli.