Una benda sugli occhi, le mani immobilizzate, i piedi legati con nastro adesivo e impiccato a una sbarra del guardrail, penzoloni davanti a una scarpata di una decina di metri. Lo hanno trovato così domenica i tecnici dell’Anas lungo la Gvt, una arteria ad alta velocità che porta fuori da Trieste. Erano andati lì per fare manutenzione e sfoltire le piante la domenica mattina e invece hanno trovato il cadavere.
L’uomo apparentemente sembra di mezza età, di carnagione scura e di provenienza mediorientale. Al momento non è stata ancora accertata una data del decesso: benché in parte saponificato, infatti, la morte potrebbe risalire soltanto a due o tre giorni fa. Addosso i carabinieri, che indagano sul caso, gli hanno trovato atti, carte varie ma non documenti personali. Dunque è cominciata la ricerca delle generalità.
Inizialmente si era diffusa la voce che l’uomo fosse stato torturato o comunque sottoposto a sevizie, ma gli investigatori hanno smentito: almeno in questa fase iniziale, anche per le condizioni del corpo, non sarebbero stati rinvenuti segni di violenza. Difficile non pensare a un “lavoro” di killer professionisti, a uno scenario che riconduce a un omicidio. Facile associarlo a una resa dei conti di stampo mafioso, una tragedia maturata nel mondo del traffico di stupefacenti, se non al fiorente fenomeno migratorio con le organizzazioni della tratta che qui trova il terminal della Rotta balcanica, vista la prossimità con il confine.
Eppure al momento gli inquirenti sono molto cauti: recuperato il cadavere, dopo un primo superficiale esame, nessuna pista viene privilegiata. E nel pomeriggio tra le tante affiora anche l’ipotesi del suicidio. Le mani erano sì legate, ma avevano un margine di azione di una trentina di centimetri, distanza sufficiente per preparare l’ultimo gesto ma non tale da riuscire a liberarsi in caso di un eventuale ripensamento una volta avviata l’impiccagione, analizzano gli investigatori che sperano di trovare qualche riferimento visionando i filmati delle telecamere che sorvegliano la Grande velocità, un’arteria che somiglia a un’ autostrada e che nessuno percorre a piedi.