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Devastano una casa a Canazei con danni per 130 mila euro: dodici ragazzi ‘incastrati’ da un selfie

Piatti in frantumi, finestre rotte, lampadari e cassetti lanciati all’esterno dell’abitazione. Non solo: elettrodomestici di grandi dimentnsioni lanciati in giardino tra cui frigorifero, affettatrice televisore e un mobile. E per finire, come “firma” del loro passaggio, i giovani ladri avevano deciso di urinare sul divano e vomitare nelle varie stanze dell’abitazione

di Luca Guarneri

La vicenda risale al 2020, anno in cui l’Italia stava affrontando la pandemia di covid19. Siamo in zona rossa: si poteva lasciare la propria abitazione solo con autocertificazione alla mano. Nonostante tutti i divieti e la situazione critica legata ai contagi, un gruppo di diciassette adolescenti della Val di Fassa aveva deciso di trasgredire ogni regola. Con sci ai piedi, da Canazei i giovani si erano spinti fino a una vecchia abitazione sulla strada per il Bosco, verso il Pordoi.

Una volta qui la “gang” aveva deciso di scardinare la porta per poter entrare e mettere in piedi una sorta di “inferno” in terra. Piatti in frantumi, finestre rotte, lampadari e cassetti lanciati all’esterno dell’abitazione. Non solo: elettrodomestici di grandi dimensioni lanciati in giardino tra cui frigorifero, affettatrice televisore e un mobile. E per finire, come “firma” del loro passaggio, i giovani avevano deciso di urinare sul divano e vomitare nelle varie stanze dell’abitazione. Pare che i ragazzi, nel momento di follia, fossero sotto gli effetti di fumo e alcol. Situazioni che, stando a quanto riportato dalla stampa locale, si sarebbero ripetute anche tra gennaio e aprile 2021.

I danni strutturali (e non) provocati dagli under 18, stando ad una stima dei titolari, ammonterebbero ad oltre 130 mila euro. Per questo motivo la Procura dei Minori di Trento ha deciso di aprire un procedimento penale nei confronti di 12 dei 17 ragazzi coinvolti. A tradirli sarebbe stato l’alleato più grande della generazione Z: lo smartphone. Vuoi fare una bravata del genere e non condividere ciò che hai combinato sui tuoi social? È bastato un banale selfie postato da uno dei partecipanti (seguito poi da un tam tam di condivisioni) a portare al riconoscimento di tutti i restanti membri della banda. Anche loro “vittime” (si fa per dire) del promotore, il quale aveva assicurato che la casa fosse (dello zio, ndr) pronta per essere demolita. E se 5 di loro si sarebbero salvati dimostrando la loro estraneità ai fatti, ora toccherà ai genitori dei restanti 12 giovani trovare una soluzione attraverso una possibile mediazione legale con lo scopo di risarcire i proprietari della casa. La volontà quindi sarebbe quella di procedere con la negoziazione (che al momento attuale sarebbe in fase di valutazione con un importo notevolmente ridotto rispetto ai danni causati). Una divisione delle spese in parti uguali dunque per poter così estinguere i reati attraverso il perdono giudiziale, come previsto dal codice penale per i minorenni.

*Foto generica

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