La presidente del Consiglio Giorgia Meloni azzera e fa ripartire il cronometro. A un anno dalle elezioni che hanno visto trionfare il centrodestra la capa del governo ricorda il 25 settembre 2022 con un post sui social. Da una parte ripetendo quello che è il claim che rimbalza da giorni dalle parti di Fratelli d’Italia e cioè: “Avevo promesso di consegnare un’Italia migliore di come l’avevo ricevuta e posso affermare che oggi la nostra Nazione è più credibile, stabile e ascoltata” e tanti carissimi saluti al predecessore Mario Draghi. Dall’altra parte, con un bel salto triplo, la premier sorvola su tutte le mille questioni sul tavolo del governo in questi giorni – tra le quali quella dei migranti pare la più evidente ed urgente, accanto al caro vita, benzina compresa – e punta tutto sul 2024 che “sarà un anno molto importante – scrive – l’anno delle grandi riforme di cui questa Nazione ha bisogno”. E cioè, elenca, quella fiscale, ma anche quella costituzionale e poi quella della giustizia. Per non dimenticare “la grande riforma del merito – scrive – in particolare nella scuola“.

Meloni si schermisce spiegando che a distanza da quel giorno di trionfo elettorale “non mi sento di fare bilanci” perché “spetta ai cittadini”. Però si dice “soddisfatta dei risultati raggiunti, a partire dai dati economici che ci consegnano il record del numero degli occupati e quello dei contratti stabili“. A questo aggiunge “tutte le risorse che abbiamo concentrato per aiutare famiglie e imprese e ai provvedimenti che abbiamo attivato in materia di sicurezza e legalità. L’Italia cresce più della media europea e di questo ne vado fiera”. Alcuni di questi concetti erano già contenuti nella brochure di Fratelli d’Italia “L’Italia vincente – Un anno di risultati” (sottoposto nei giorni scorsi al fact-checking del Fatto Quotidiano). Anche lì dentro si diceva che “l’economia cresce più del previsto” e che “nel primo trimestre del 2023 l’Italia è cresciuta più di Germania e Francia e più della media dell’Eurozona”. E anche in questo caso Meloni ha un’amnesia che non le fa ricordare il calo del Pil del secondo trimeste (aprile-giugno). Lo stesso vale per i posti di lavoro: è vero che il tasso di disoccupazione è sceso progressivamente dal 2021 fino alla scorsa primavera (cioè dal post-governo Conte al governo Draghi fino all’inizio del governo Meloni), ma a luglio lo stesso tasso a iniziato a risalire (e gli occupati sono diminuiti di 73mila unità).

Ad ogni modo Meloni ai suoi follower social anticipa che “di fronte a noi abbiamo un grande lavoro da fare ma questo è ciò che faremo nel rispetto degli impegni presi con gli italiani”. La premier assicura: “L’Italia ha scelto noi e noi non la tradiremo”.

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