La più bella sinistra europea è diventata la più vergognosa. Syriza, fatta col sacrificio e l’orgoglio di migliaia di greci e di greche, con la devozione e il coraggio di capi senza paura, è finita in tasca a un imprenditore venuto da oltreoceano per farsene padrone.
Il capo del partito italiano, Renzi, è finito alla corte di uno sceicco beduino. Al nostro Tsipras, che aveva lottato col cuore e l’anima per la sinistra, è toccata una sorte peggiore: un anno dopo l’altro, cambiando nome, simbolo e bandiere, applaudito da obbedienti fedeli, ha portato alla catastrofe il partito che amava più di se stesso.
Una lezione durissima per tutti noi: la colpa non è del capo – che senza accorgersene si è trasformato in re – ma di noi tutti che non l’abbiamo avvertito, che l’abbiamo lasciato fare.
In questo momento amarissimo, rendiamo omaggio all’anima greca, nel bene e nel male, di Alexis Tispras: dimenticheremo i suoi errori, ma non il suo coraggio quando ha alzato la bandiera. Quanto a noi, rialziamola questa bandiera, in pochi o in tanti, senza più compromessi, senza paura: la strada è lunga, ma noi siamo greci.