“Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andó male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici”. A sganciare la bomba a due giorni da un Consiglio Ue delicatissimo per l’Italia è il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, testa d’ariete di Matteo Salvini che non si preoccupa di pesare le parole mentre il governo tenta di recuperare i rapporti in Europa sul tema dei migranti, nonostante le divergenze. Dopo le critiche di Salvini alla presidente della Commissione Ue Ursula Von del Leyen, all’indomani della sua visita a Lampedusa al fianco di Giorgia Meloni, arriva il carico di Crippa che, in un’intervista al quotidiano affaritialiani.it rilancia le accuse sulla decisione di Berlino di confermare i finanziamenti pubblici alle organizzazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo.

“Sicuramente in Germania non vogliono né Salvini né Meloni al governo e vorrebbero o un governo tecnico, Monti o Draghi o chicchessia, o di sinistra, Schlein o altri. Da come si sta comportando il governo tedesco è del tutto evidente che non vuole che in Italia governi il Centrodestra, che mette in discussione assetti ed equilibri europei”, attacca Crippa. Convinto che “a Berlino fanno di tutto per mettere in difficoltà il governo italiano nella speranza di farlo cadere. Ma falliranno come fallirono ottant’anni fa”. Il pesante riferimento al secondo conflitto mondiale, nel quale peraltro l’Italia fu il principale alleato di Hitler, arriva mentre il resto del governo cerca di mantenere i rapporti con i partner europei alla vigilia di un Consiglio Affari Interni che si promette teso, dopo i numeri degli sbarchi a Lampedusa, ma anche per lo stallo nelle trattative sulla parte del nuovo Patto asilo e immigrazione che riguarda proprio i casi di forte pressione migratoria. Anche Meloni si è lamentata per il finanziamento alle ong, ma nella lettera inviata al cancelliere tedesco Olaf Scholz chiude dicendo “sarò lieta di discutere di persona della questione alla prima occasione utile”.

Non solo: le uscite leghiste arrivano proprio mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ieri a Parigi, e oggi la stessa premier Meloni lavorano per ricucire i rapporti con Parigi, complicati dopo la decisione della Francia di aumentare le forze dell’ordine al confine italiano di Ventimiglia, ribadendo l’intenzione di non voler accogliere nessuno dei di migranti che nei giorni più difficili hanno affollato l’isola di Lampedusa con punte di 7mila persone. Dopo i funerali di Giorgio Napolitano, Meloni e il presidente Emmanuel Macron hanno avuto un incontro di un’ora a Palazzo Chigi, con al centro il tema dei migranti ripartendo dalle parole del premier francese dei giorni scorsi: “L’emergenza dei migranti necessita di una soluzione europea”.

Le reazioni politiche alle dichiarazioni di Crippa iniziano ad arrivare, a partire ovviamente da quelle dell’opposizione. “Accusare il governo tedesco di usare oggi i migranti come 80 anni fa Hitler utilizzò l’esercito per destabilizzare e occupare l’Europa – soltanto pensare al paragone dà un senso di vertigine – e renderlo esplicito con una dichiarazione dà la dimensione da neurodeliri in cui può finire il discorso pubblico. Da Crippa abbiamo la conferma dell’impoverimento generale della politica e del senso di smarrimento in cui ha portato l’Italia”, è il commento di Daniela Ruffino di Azione, prima a consegnare un commento alle agenzie di stampa. La polemica sul finanziamento tedesco ad alcune ong operanti nel Mediterraneo centrale non è nuova, né lo sono gli ultimi fondi che la Germania ha deciso di destinare alle operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie. Come è stato fatto notare, “l’Italia è al corrente da novembre”. Meloni si è lamentata con Scholz paventando il rischio di “partenze moltiplicate“, richiamando la teoria del pull-factor, secondo cui la presenza delle navi umanitarie attrae le partenze. Un teorema già smentito, quest’anno una volta di più dai numeri. Le persone sbarcate da queste navi sono appena il 5% di tutte quelle arrivate via mare nel 2023, e una parte dei salvataggi è stata coordinata ma anche richiesta dalle autorità italiane alle prese con flussi più consistenti. Insomma, il contributo all’invasione delle ong conta meno di 7mila persone su un totale di 132.000 sbarchi.

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