Ora la domanda è: perché Airbnb, portale milionario dell'affitto breve, sceglie di promuoversi in una soap della Rai, con un pubblico molto fidelizzato e agee?
Giulia Poggi vive da sola in una grande casa con terrazza che affaccia sul golfo di Napoli. Ha più di 60 anni e sta ospitando un suo amico (con cui in passato ha avuto una storia), Luca, che fa fatica a trovare un appartamento dello stesso livello da affittare. Giulia non vuole chiedergli un contributo, ha deciso di ospitarlo e un ospite deve rimanere, ma sua figlia inizia a pretendere di monetizzare quella residenza così esclusiva a Posillipo. Così ecco l’idea: Airbnb.
Nico, l’altro figlio di Giulia, avvocato, le propone di affittare una delle stanze della casa e destinarla ai famosi “affitti brevi”. C’è tanta richiesta, dice, qui a Napoli, possiamo caricare le foto della stanza in modo rapidissimo sul portale e aspettare che fiocchino le richieste. A ogni obiezione di Giulia, Nico è irremovibile: Airbnb è facile da usare, ti tutela contro gli sconosciuti (perché puoi leggere le recensioni precedenti degli host), puoi scegliere quando e se affittare.
Questa scenetta avviene nella soap italiana più seguita e più longeva della tv: Un posto al sole. I personaggi coinvolti sono tra i principali e proprio ieri sera hanno scattato le foto per creare l’annuncio sul sito. Ora la domanda è: perché Airbnb, portale milionario dell’affitto breve, sceglie di promuoversi in una soap della Rai, con un pubblico molto fidelizzato e agee?
Non è certo la prima volta che i brand fanno a gare per piazzare i loro prodotti a Palazzo Palladini. Le sottilette Kraft, i cetriolini, le crociere Msc, sono solo alcuni dei marchi in bella vista nelle scene di Upas, marchi che si intrecciano alla trama: Mariella e Guido sono partiti in una crociera qualche mese fa, le sottilette hanno risolto la cena a casa di Michele la scorsa settimana. Ma Airbnb? C’entra forse il nuovo ddl per regolarizzare la giungla degli affitti brevi? Il tema è molto caldo, non solo in Italia, perché la bolla dei privati che affittano casa sta causando una vera emergenza abitativa in alcune città.
Dopo una prima bozza di decreto, presentata a maggio e demolita dalle associazioni, infatti, nelle scorse settimane la ministra per il Turismo Santanchè ha definito una proposta di legge che detta un limite minimo di permanenza a due notti nei centri storici delle città metropolitane e istituisce un codice per immobile che andrà conservato in una banca dati. Inoltre chi affitta per turismo dovrà aprire la partita Iva. Multe fino a 5mila euro per chi non rispetta i vincoli. Una stretta – per ora ancora sulla carta – che forse scoraggerà i più inesperti, tipo Giulia Poggi.
Sui social questo product placement “spinto” su Un Posto al sole non è passato inosservato. Su Twitter scrivono “A #upas stanno mettendo la terrazza su Airbnb. Sempre più avanti di qualunque governo!!!”, oppure “Ma sto Airbnb lo dichiarano al comune?”, “Fare pubblicità a @Airbnb, tra i responsabili della crisi abitativa di Napoli e della sua gentrificazione, mi sembra proprio un brutto scivolone”. Vediamo chi la spunterà: Giulia Poggi o la ministra Santanchè.