Inizialmente si pensava ad un solo oggetto nel foyer. Poi l’idea ha preso corpo, è cresciuta e si è affermata fino a diventare una mostra completa: “Wes Anderson – Asteroid City: Exhibition”. La genesi e tanto altro del progetto espositivo – che accompagna l’uscita il 28 settembre al cinema di Asteroid City – è stata raccontata nell’anteprima stampa da Ben Adler, produttore esecutivo del nuovo film del regista statunitense.
La mostra, un’autentica esperienza immersiva, sarà ospitata nella galleria Nord di Fondazione Prada a Milano, fino al 7 gennaio 2024.
Si potranno vedere da breve distanza numerose installazioni, oltre agli oggetti originali utilizzati nel film. Scenografie, bizzarri distributori automatici, cartelloni pubblicitari, bandiere, cactus, segnali stradali, accessori e naturalmente una selezione dei magnifici costumi color pastello creati da Milena Canonero, collaboratrice di lunga data di Anderson fin dallo stravagante Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Sarà dunque curioso ammirare gli abiti di scena che poi vedremo nel film indossati da Tom Hanks, Edward Norton, Tilda Swinton, Scarlett Johansson, solo per citarne alcuni.
Ogni elemento, che poi ritroveremo magari per pochi secondi nel film, è un’opera d’arte e te ne accorgi vedendo da vicino l’attenzione al dettaglio quasi maniacale che i vari creatori hanno riservato agli oggetti esposti. Tra questi spicca il modellino dell’alieno concepito da Andy Gent, illuminato da una luce verdastra ma per niente sgradevole.
L’intera mostra si snoda seguendo un nesso e un percorso narrativo che si capirà meglio dopo aver visto il film, in ritardo da noi rispetto al resto del mondo per scelte della distribuzione. Un altro elemento che colpisce è il contrasto tra i colori vivaci, luminosi degli oggetti nelle scenografie del film e l’austerità degli ambienti che li ospitano. Probabilmente anche questo aspetto ha attratto il regista, convincendolo della bontà di questa realizzazione. Adler ci ha rivelato che Anderson ha il desiderio di trasferire tutte le scenografie e i costumi dei suoi film negli spazi della Fondazione, per un tempo indefinito, magari per sempre. Chissà!
L’obiettivo della mostra, pienamente centrato, è quello di far immergere lo spettatore nell’atmosfera del film, ambientato nel deserto americano degli anni Cinquanta, in cui pare esserci una combinazione originale tra Western e fantascienza. Non avendolo ancora visto, ne parlerò più avanti. Intanto suggerisco una tappa d’obbligo al Bar Luce all’interno dello spazio della Fondazione. Concepito proprio da Wes Anderson nel 2015, sarà facile riconoscere anche qui lo stile iconico del regista attraverso l’eleganza decorativa che lo ha reso celebre.
Per l’occasione il barman Salvatore ha creato il cocktail Asteroid City Martini, con la benedizione di Wes. Da sorseggiare, prima o dopo aver visto il film.