Il superbonus 110% è “pagabile” nel 2023. Lo afferma Eurostat che in una comunicazione inviata all’Istat spiega come contabilizzare i crediti d’imposta all’interno del bilancio dello Stato. L’istituto di statistica spiega che la misura, modificata con il decreto legge del febbraio 2023 “è per il momento registrato nei conti pubblici come credito d’imposta pagabile nel 2023”. Per quanto riguarda la contabilizzazione del superbonus maturato nel 2024, Eurostat chiede all’Istat “un riesame e l’emissione al più tardi entro la fine del primo semestre 2024”. Nel documento si ricordano anche i “crediti d’imposta incagliati e gli interventi che il governo potrebbe fare intraprendere per risolvere il problema”. Secondo alcune indicazioni il deficit 2023 potrebbe quindi collocarsi attorno al 5,5%, rivisto al rialzo rispetto al 4,5% ipotizzato in primavera. Nel 2024 potrebbe invece passare da 3,7 a 4,3%.
La pagabilità ha conseguenze importanti sulle casse dello Stato poiché significa che il credito d’imposta complessivo di chi utilizza il superbonus dovrà essere considerato tutto nell’anno in cui viene effettuato il lavoro, mentre sotto la voce “non pagabile” rientrano i crediti d’imposta che vengono scaglionati negli anni in cui è prevista l’applicazione dello sconto fiscale e ogni anno viene calcolata solo quota da smaltire. Considerando che a fine agosto la quota del superbonus aveva già raggiunto gli 83 miliardi, che dovranno essere tutti contabilizzati a deficit, l’effetto sui conti pubblici è inevitabile. Eurostat era già intervenuta sulla contabilizzazione delle agevolazioni lo scorso febbraio con una interpretazione in linea con quella odierna. L’impostazione dell’Istituto di statistica europeo smentisce pazrialmente i timori del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti secondo cui il superbonus avrebbe drenato risorse sul 2024. Eurostat attende ora di capire gli effetti dei provvedimenti adottati dal governo.