La fossa dove è stata sepellita Saman Abbas dopo il femminicidio è stata scavata per sei volte. L’informazione è emersa dalla perizia medico-legale, presentata durante l’udienza del processo a carica di cinque familiari della ragazza, accusati di averla ammazzata dopo il suo No a un matrimonio forzato in Pakistan.
Come riportato dall’agenzia Agi, secondo la medica legale Cristina Cattaneo, l’archeologo forense Dominic Salsarola, il genetista forense Roberto Giuffrida e l’anatomopatologo Biagio Eugenio Leone lo scavo è stato fatto “tramite l’impiego di soli badili introdotti nei depositi indisturbati e con un piede, sulla parte superiore della lama della pala spinta in profondità”. Ma non è chiaro con che tempi. “Se da un lato è possibile determinare con certezza che ci sono stati ben 6, se non 7 eventi in cui si è introdotto del materiale all’interno della tomba prima della deposizione del corpo della vittima, dall’altro non è dato sapere in maniera specifica in quanto tempo questa sequenza stratigrafica si sia formata. Infatti, l’unica affermazione che si può fare con certezza in merito all’intervallo trascorso tra la costruzione della sepoltura e la deposizione della vittima è che quest’ultima non è stata introdotta nella fossa nell’immediatezza della fine delle operazioni di scavo della fossa, ma in un, non meglio identificabile, momento successivo“. Per quanto riguarda i tempi del decesso inoltre, Cattaneo ha specificato che “i tempi sono imponderabili”.
Sempre nella perizia di 500 pagine, riporta ancora l’agenzia Agi, i periti chiariscono che “non sono state rinvenute tracce evidentemente pertinenti a oggetti utili a smuovere il terreno prima di raccoglierla con la pala, per esempio picconi o altri attrezzi che possono svolgere una funzione analoga”. Inoltre, “si ritiene che almeno due persone abbiano partecipato alla sistemazione del corpo della vittima all’interno della fossa” e che “come si evince dalla descrizione e dalle misure e forma del taglio, si può affermare con ragionevole certezza che il corpo della vittima è stato introdotto attentamente all’interno della sepolture e non buttato all’interno in maniera spiccia”. Per gli esperti ritengono “gli attrezzi maggiormente compatibili con entrambe le impressioni documentate provengono dall’abitazione di tre dei cinque imputati in via per Novellara, 2 nel comune di Campagnola Emilia”.
Gli esperti hanno passato al setaccio cinque metri quadrati di terreno per trarne più elementi possibili. “Il corpo era molto compromesso – ha detto la Cattaneo – L’esumazione è stata complicata dell’incastro della testa e dei piedi dentro due nicchie create nella fossa”. L’identificazione della 18enne è arrivata attraverso la comparazione dei resti con il profilo della dentatura ricavato dalle foto sorridenti della giovane estrapolati dai telefoni cellulari.Nella terra sono stati trovati anche un filtro di sigaretta Winston e dei semi di zucca masticati; il primo con un profilo genetico maschile, il secondo femminile, nessuno dei due appartenente all’ambito familiare.
In Aula era presente anche il padre della giovane, Shabbar Abbas, di recente estradato e accusato di essere l’ideatore del delitto della figlia, che si era ribellata a un matrimonio forzato, assieme alla moglie (ancora latitante). Stando a quanto riferito dalla agenzie presenti in Aula, ha ascoltato il resoconto di Cattaneo con il capo piegato e, secondo il suo avvocato, avrebbe pianto. Stando alla perizia, Saman è stata uccisa per strozzamento e poi sepolta nella fossa di Strada Reatino, dove è stata trovata dopo un anno e mezzo di ricerche.