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Giacomo Sartori, il furto dello zaino, la scomparsa e la tragica morte che ha sconvolto l’Italia in un podcast. Niccolò Agliardi: “Era un 30enne come tutti noi”

Giacomo Sartori, dopo una serata con gli amici a Milano durante la quale gli viene rubato lo zaino, scompare senza lasciare nessuna traccia. Verrà ritrovato una settimana dopo. Il caso accende i riflettori su una generazione, di cui poco si parla, e lo fa il podcast “A Domani - La scomparsa di Giacomo” di Niccolò Agliardi 

Giacomo Sartori è scomparso nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2021. Era un ragazzo di 29 anni come tanti che, dopo una dura giornata di lavoro, ha raggiunto i suoi amici a Milano per un drink e per alleggerire un po’ le preoccupazioni. Durante la serata però gli viene rubato lo zaino e nelle ore successive Giacomo scompare, senza lasciare alcuna traccia. Il caso appassiona subito le cronache, i Tg e le trasmissioni televisive. Fino alla scoperta, una settimana dopo la sua scomparsa, della macchina nelle campagne del Parco del Ticino e una tremenda verità per la famiglia e gli amici: Giacomo si è suicidato. “A Domani – La scomparsa di Giacomo”, podcast audio disponibile su tutte le piattaforme e prodotto da Vois, è nato dalla mente e dalla voce del cantautore Niccolò Agliardi che racconta: “Sono inciampato nella storia di Giacomo per una serie di coincidenze, verso le quali non mi è stato più possibile restare indifferente”.

Nelle 8 puntate di questo podcast (le prime due disponibili dal 26 settembre e le successive pubblicate a cadenza settimanale) si alterneranno voci di familiari, amici, giornalisti, magistrati, professionisti che sono entrati in contatto con questa storia e non sono riusciti a non rimanerne profondamente legati. Il racconte di un ragazzo che stava ancora cercando la sua strada in una Milano spietata che può accogliere, ma anche respingere.

“Questo podcast tocca tutte le gamme emozioni che un essere umano può provare. – ha spiegato Agliardi, durante la presentazione – Ci sono dentro tutte le persone che hanno amato Giacomo e che hanno vissuto attimi difficili prima e dopo. Non è un podcast crime ma una analisi veritiera onesta delle ‘ammaccature’ di tanti di noi e del concetto di fallibilità. Faccio altro nella vita e con delicatezza e cura mi sono avvicinato alla storia di Giacomo. Mi rivolgo a lui, in prima persona, perché è l’unico modo per poter essere autentico, senza filtri letterari di scrittura. Quando cerco di raccontarlo empatizzo con la sua storia perché anche io ho le mie paure e ho pensato, tante volte, quanto fosse complicata la vita. Non so se mi sono mai avvicinato alla scelta di Giacomo, ma parlare di morte è un tema di vitale importanza. Uno dei regali più belli che ho ricevuto in questo anno di lavoro è stata la conoscenza del fratello di Giacomo, Tommaso, che inizialmente non voleva partecipare al podcast per poi ripensarci. Mi ha detto una frase che mi aveva colpito molto: ‘Non venire a cercare nessun mistero, non è nei giornali e nemmeno nello zaino così come nella macchina. Il mistero di Giacomo è nella testa di Giacomo e tu non potrai capirlo’. Dopo questo lavoro ho messo da parte il mio nichilismo e mi scoperto un po’ più umano. Il messaggio è quello di scardinare l’ansia e la rincorsa di mostrare sempre la parte vincente a tutti i costi, mostrare la felicità più instagrammabile e impattante. Vorrei invitare a mostrare i fallimenti”.