Intascavano fondi europei per pascoli inesistenti. Con una maxi operazione scattata all’alba di martedì 26 settembre e ribattezzata “Transumanza“, la Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura dell’Aquila ha smascherato un giro di affari illecito legato all’ottenimento dei fondi destinati ai nuovi imprenditori agricoli che si estende in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Sono 25 le persone arrestate durante il blitz e 16 le perquisizioni con sequestri preventivi per compensare ai 5 milioni di euro di danni di truffa che si stima siano stati arrecati all’Unione europea.
Quella della “mafia dei pascoli” così come è stata ribattezzata, è una truffa che ha per oggetto i contributi del Fondo europeo agricolo di garanzia (Faega) nel settore della politica agricola comune (Pac), ovvero i fondi di supporto alle nuove imprese agricole nei territori dell’Ue. Tutto ruota attorno ai titoli Pac, che sono il metro in base al quale si ha diritto di ricevere i contributi comunitari. I titoli vengono attribuiti per ogni ettaro di superficie: per ogni titolo l’azienda deve avere la disponibilità di un ettaro di terreno. In Italia il sistema di titoli non fa differenza tra le varie regioni, causando una corsa all’ettaro in zone montane con l’obiettivo di raggiungere una quota sufficiente di titoli. La truffa del sodalizio criminale consisteva quindi nella creazione di società fittizie, che non allevavano o producevano davvero qualcosa ma avevano sulla carta la possibilità di dimostrare il possesso degli ettari e di ricevere dunque i fondi dell’Ue.
Dopo due anni di indagini, svolte con il Gruppo investigativo Criminalità organizzata del nucleo di polizia economico finanziaria dell’’Aquila e il nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi Comunitarie, i finanzieri hanno raccolto documenti, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni e 8mila accertamenti bancari per riuscire a tratteggiare l’esistenza di un sodalizio criminale operativo dal 2014 e composto da almeno 13 persone, dedito alla truffa ai danni dei fondi comunitari. Una truffa che secondo quanto emerso dalle indagini coinvolge anche la mafia foggiana, come dimostrato dal legame di alcuni arrestati con organizzazioni criminali del Gargano. Le frodi accertate ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Durante l’operazione sono state sequestrate somme a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione e truffa.
Sulla maxi-operazione della Guardia di finanza di Pescara è intervenuto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha espresso “soddisfazione per questo risultato” ringraziando “chi ogni giorno lavora per contrastare le attività criminali e per sancire la vittoria della cultura della legalità”.